Surreale a tratti, esilarante e geniale, non è il diario di anni ormai trascorsi, ma il solleticante spunto per leggere frammenti del nostro presente.
Capita così di perdersi nella burocrazia di un Paradiso nel quale sono ripetute tutte le terrestri, umane debolezze e al magnanimo Dio sfuggono le tattiche della cricca dei Serafini o del Cherubinato Centrale per affossare ogni nuova idea e mantenere invariati gli equilibri del Potere.
Oppure di tornare indietro nel tempo, a quando i nostri lontani antenati vivevano nelle caverne e si difendevano dai dinosauri, ma già allora si chiedevano se la scienza dovesse avere dei limiti per evitare di divenire arma di distruzione dell’umanità.
Capita anche di scoprire che si poteva intuire con più di vent’anni di anticipo la strategia dell’uomo politico di maggior successo dell’ultimo decennio: “La Tv non offre, come ideale in cui immedisimarsi, il superman ma l’everyman”.
Che lo si critichi o lo si ammiri, certo non si può disconoscere che il successo di Berlusconi risiede nella sua capacità di essere il “modello” in cui l’uomo qualunque riesce a specchiarsi senza sforzo; modello che per anni ha costruito attraverso le sue televisioni: non ha proposto ai suoi “spettatori” di diventare altro da ciò che sono già. Ed oggi “dice ai suoi adoratori: voi siete Dio, restate immoti”.
di Doriana Vencia