Ci racconta di un aspetto spesso taciuto, sottovalutato, nascosto: il mondo del racket e dell'antiracket; l'enorme bacino di denaro della mafia, il controllo capillare del territorio e delle attività che su di esso vorrebbero svilupparsi.
Un settore che attraversa trasversalmente tutti gli ambiti di Cosa Nostra, appalti compresi, e che pure per decenni è stato ritenuto marginale tanto dalle forze dell'ordine quanto dalla coscienza collettiva, in qualche modo assuefatta all'idea di dover “pagare la propria tranquillità”.
Conticello ci racconta le storie, tante, di quegli imprenditori vittime del racket, che hanno deciso di non pagare più o che non hanno voluto pagare mai.
Le battaglie perse e le guerre vinte.
E lo fa in un momento cruciale nella storia della lotta al racket: la nuova fase nata dalle innovative e coraggiose iniziative dei ragazzi di Addiopizzo (“un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”) e dalle provocatorie prese di posizione della Confindustria siciliana, che ha deciso di escludere dall'associazione chi paga e non denuncia: “Sventurata la terra che ha bisogno di eroi” direbbe il
Galileo di Bertolt Brecht!
Non cede, però, ad una facile retorica e con onestà ci racconta non solo gli uomini senza macchia, quelli che per tradizione culturale e per convinzione personale non hanno mai ceduto alle richieste mafiose, ma anche gli uomini più fragili, quelli che si sono inizialmente piegati per paura, o per superficialità o forse addirittura sperando di ricavare un vantaggio dalla connivenza, dalla contiguità, dall'acquiescenza.
Tutti costretti però ad un certo punto a scegliere drammaticamente da che parte stare, iniziando un percorso che non fa sconti a nessuno, ma che è l'unico possibile per chi non voglia diventare a sua volta mafioso nell'animo.
di doriana vencia
Filippo Conticello
L'isola che c'è
La sicilia che si ribella al pizzo
Round Robin editrice (12€)