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Guantanamo Bay

Guantanamo Bay

(23 gennaio 2009) Contano i fatti

Obama, a un giorno dal suo insediamento, restituisce l’America al mondo civile, e Guantanamo al suo predecessore: sospesi i processi ai criminali di guerra, riviste le procedure per la detenzione dei prigionieri accusati di terrorismo.

Quel pezzo di terra affittato presso i cubani ha smesso di essere contingente campo di concentramento, luogo di tortura, tempo di violenza per una convinta quanto mai illegittima repressione. Dopo sette lunghissimi anni di sofferenza umana quella baia del dolore verrà finalmente restituita alle onde minacciose del mare che forse inghiottirà, questa volta per sempre, le urla e il sangue schizzati via dei criminali sottoposti a sevizie. Quella prigione sperimentale, laboratori o di crudeltà e vendetta, espiazione sacrificale esemplare, alla maniera del più torbido giustizialismo medievale, ha trovato il suo fallimento nelle prime ore del nuovo governo americano. È incredibile. Se non fosse impossibile cambiare! Ma qualcuno a questo punto cogita il malinteso. I più cinici non ci credono…sono i lavori in corso di una comunicazione spietata che cerca i consensi di un’Europa diffidente liberalista. I più maliziosi pensano invece al prenome Hussein, quasi come se il nuovo Presidente, comunque afroasiatico, debba in qualche modo quasi vendicare quell’altro, Saddam, che pure è stato fatto impiccare, in malo modo, dagli iracheni, previo suggerimento del grande Bush. Era la vigilia del 2008. I più buonisti se l’aspettavano: eravamo pronti per il cambiamento…sono gli americani che sono cambiati, il 2009 sarà diverso. In ogni caso, qualsiasi giudizio conti, è un momento importante di conquista civile, sia etica che politica. E forse è anche una conquista di diritto, del tutto emblematica e necessaria. E se non fosse sufficiente, è stata accolta da un giudice militare americano anche la mozione per la sospensione del procedimento penale a carico dei cinque accusati degli attentati alle Torri Gemelle, che rischiano per ciò la pena di morte. Cambia allora anche la strategia di guerra, perché prende uno scopo diverso la sfida al terrorismo, e dell’occidente al controverso e complicato mondo arabo in conflitto. È stata portata la democrazia finalmente anche in America…affinché la democrazia, come la libertà, riguardino anche i detenuti, e anche i detenuti per i crimini di guerra, e per qualsiasi motivo essi abbiano commesso quei loro più nefasti delitti. La democrazia e la libertà…come finalità ultime di ogni società contemporanea.


di Chiara Merlo

23 gennaio 2009
Articolo di
nostoi
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