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GUINGA/ MIRABASSI/DE VITO Live@VillaCelimontana

GUINGA/ MIRABASSI/DE VITO Live@VillaCelimontana

(31 luglio 2010)

le foto sono di © Valeria Petitto - Agenzia Effeventidue


Il jazz, la musica, come la vita, è fatta d’incontri. Alcuni lasciano il segno, graffiano alle pareti delle nostre orecchie, cercando il punto più sottile e nascosto. Lo zenit del suono. È il caso dell’incontro tra Guinga, Gabriele Mirabassi e Maria Pia de Vito.

Il registro colto e popolare della chitarra di Guinga, il brasile della nostalgia, i mille intrecci musicali mai scontati; la brillante Maria Pia de Vito, il suo studio della voce, la tradizione melodica napoletana, e il funambolico Giorgio Mirabassi, grande esecutore, improvvisatore, sempre pronto a sottolineare col suo clarinetto il lato poetico e gioioso delle note. Queste le coordinate del sentiero musicale che costruiscono tre sensibilità di livello.

La scaletta per buona parte è composta dalle musiche di Guinga a cui Maria Pia de Vito aggiunge vocalizzi in libertà, improvvisando con la sei corde e il clarino, oltre che alcuni testi cantati in napoletano, coniugando melodia mediterranea e jazz. Mirabassi arricchisce le composizioni dandogli respiro, enfasi, una vita ulteriore.

Apre la splendida ‘Choro pro Zè’. Il Brasile come la geografia di un’anima. Pensiero articolato e melodia affascinante, con la chitarra classica che incanta e un Mirabassi ispirato che subito meraviglia.

La voce di Maria Pia De Vito seguendo il flusso di coscienza inserisce il suo ritmo nel duettare di chitarra e clarinetto, scomponendo col suo cantato/suonato le varie forme che potrebbero sembrare canzoni ‘compiute’, per poi ricomporle nelle note di un più classico omaggio alla tradizione napoletana, inseguendo il punto dove s’interseca l’umore partenopeo a quello di Rio de Janeiro. Gli stessi vicoli dell’emozione. Così è per la traduzione di un pezzo di Chico Buarque o per altri pezzi trascritti dalla lingua carioca. Tra gli altri, non può mancare naturalmente l’omaggio a Jobim.

Seguono altri brani dell’interessantissimo cd ‘Graffiando vento’ del duo Mirabassi/Guinga, tra questi ‘Baiao de Lacan’, ‘Par constante’, ‘Picotado’ e a seguire due pezzi con solo la chitarra e la voce di Guinga molto intensi, quasi austeri, ‘Contenda’ e la bellissima ‘Senhorinha’.

Un caleidoscopio di suoni e culture, una somma di suggestioni, ora popolari, ora colte (molti sono i riferimenti alla musica classica) che stimolano per varietà, intensità, superando ogni recinto di genere, avendo come unico obiettivo quel punto musicale che ogni musicista cerca negli altri e dentro di sé, nell’incontro/scontro tra le note, nelle traiettorie del ritmo e della melodia. Lo zenit incerto, mobile, dov’è racchiusa la bellezza musicale, un flusso che il trio Guinga/Mirabassi/De Vito trattiene e proietta verso un pubblico felice.

di Dario Ameruso


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31 luglio 2010
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