Va bene azionare una leva e sacrificare una persona per salvarne 5?
9 intervistati su 10 dicono di SI.
Va bene salvare le stesse cinque persone spingendo una persona giu’ da un ponte?
9 intervistati su 10 dicono di NO.
La risposta e’ universalmente la stessa, non ci sono differenze dovute al grado di cultura, al sesso, etc.
Marc Hauser, professore di psicologia, biologia evolutiva e antropologia biologica ad Harvard , ha fatto la stessa domanda a centinaia di migliaia di persone e la risposta e' stata praticamente la stessa … anche la matematica e’ la stessa, uno per salvare cinque.
Perche’ l’omicidio va bene se si spinge una leva e perche’ non lo e’ se si spinge una persona?
La risposta per tutti e’ “non lo so”.
Il
Dr. Joshua Greene, filosofo e neuroscienziato, giovane ricercatore ad Harvard, ha cercato di capire come fa la gente a giudicare cosa e’
giusto e cosa e’
sbagliato. Intuitivamente i due scenari presentati sono virtualmente gli stessi, ma la gente reagisce in maniera totalmente opposta. Il Dr Greene ha quindi pensato di andare ad osservare cosa succede nella testa di queste persone nel momento in cui decidono e lo fa usando uno scanner che può scattare fotografie dell'attività del cervello.
Quando le persone rispondono SI alla prima domanda hanno una parte del cervello attivata. Quando rispondono NO alla seconda domanda hanno un’altra parte del cervello attivata. Le domande sembrano praticamente le stesse ma il cervello risponde in maniera totalmente diversa.
Gli esperimenti suggeriscono, secondo il Dr Greene, che il cervello umano non ha un sistema unificato per rispondere e reagire agli stimoli. Ci sono invece parti del cervello che hanno funzioni diverse: una parte del cervello, piu’ logica, piu’ matematica decide di rispondere SI alla prima domanda. Un’altra parte del cervello a cui non piace l’idea di spingere una persona giu’ dal ponte decide di rispondere NO alla seconda domanda. A detta del Dr Greene, dalla lotta fra le diverse componenti del cervello nasce la moralità.
Un po’ come se il cervello decidesse cosa è giusto e cosa non lo è a seconda di quale parte prende il sopravvento e “grida piu’ forte”.
Il Prof Hauser continua “I nostri antenati primati avevano una intensa vita sociale e collaudati meccanismi sociali che impedivano loro di fare cose “non giuste”. E quindi nel profondo del nostro cervello noi abbiamo quella che puo’ essere chiamata “moralità di base dei primati”. Noi crediamo che questo senso di moralità ci sia stato dato dall’alto ma forse sarebbe meglio dire che ci è stato dato dal basso. Che i nostri piu’ elementari valori morali non sono cose che come umani abbiamo inventato ma sono cose che abbiamo ereditato da altri come risposte automatiche evolutivamente selezionate come comportamenti “giusti”. Certo anche gli scimpanze’ sono aggressivi con altri individui ma devono avere un “contesto ragionevole” per farlo”.
La trasmissione continua con i tempi tranquilli ma avventurosi delle
favole, accompagnata dall’editing sonoro che rende tutto molto reale e paradossalmente vicino. Armati di inestinguibile curiosita’ e di voglia di stupire, i conduttori si fanno domande che hanno rapito centinaia di scienziati nei secoli, intrappolati dalla voglia di capire il mondo che ci circonda.
In questo secolo interamente votato alla tecnologia sembra qusi che non ci sia piu’ niente da cercare, da capire, da smontare. E invece, migliaia di persone restano incollate davanti alla radio ad ascoltare …. Storie di parassiti e macchine volanti, di scimpanze’ o di dove è nascosta l'idea di moralità.
Radiolab e’ una trasmissione prodotta dalla Radio Pubblica di NY ed i podcast possono essere scaricati gratuitamente da
iTunes.
di Paola Merlo