E il fenomeno che si sta diffondendo negli Stati Uniti in questi giorni, o per meglio dire notti, nasce dalla stessa voglia di condivisione ma usa un approccio esattamente speculare. Le persone si ritrovano, infatti, nei bar, per raccontare
storie di vita vissuta da seppellire di risate in modo che il dolore che le accompagna scivoli via con il riso.
L’idea nasce da un poeta e scrittore,
George Dawes Green, che trasferitosi a New York senti’ una forte nostalgia per le nottate passate in Georgia, sulla veranda, a raccontare storie e fiabe, con i suoi amici d'infanzia.
Per ricreare quell’atmosfera Geroge inizio’ ad invitare amici nel suo appartamento che divento’ il primo luogo delle serate “Moth”. La leggenda si sparse in tutta la citta’ e dal 1997, quando tutto comincio’,
“The Moth” e’ passato dal soggiorno di un appartamento di New York ad un fenomeno che si sta allargando a Los Angeles, Chicago, Detroit, fino ai bar di tutta la nazione.
“The Moth” e’ il nome inglese per la
falena, la farfalla notturna, che non puo’ fare a meno di essere attratta dal calore della luce che diverra’ la sua trappola.
Allo stesso modo i personaggi delle storie notturne che attraversano l’America sono attratti da illusioni da cui e’ difficle risvegliarsi.
E di
notte in notte i locali e, da qualche tempo, le radio pubbliche ospitano cantastorie moderni che rifuggono la comunicazione veloce per tornare al ritmo lento e conviviale dei
racconti intorno al fuoco, a veicolare le trasformazioni della societa’ e la confusione che ne deriva .
Tutti insieme, in una seduta “psicoterapeutica” allargata che porta il pubblico e le sue storie di vita quotidiana al microfono.
di Paola Merlo