Febbraio 2009 e' il mese di Darwin. Si festeggiano i duecento anni della sua nascita e i centocinquanta anni della sua pubblicazione
"L'origine della specie", opera, fondamentale nel campo della
biologia , che custodisce la teoria della selezione naturale.
continua >>I festeggiamenti che sono stati annunciati dall'
Universita' di Cambridge, frequentata da Darwin ancora studente, e dalle maggiori riviste scientifiche mondiali vogliono celebrare un uomo il cui genio ha saputo andare oltre il conosciuto, oltre il limite tecnologico, oltre la convenzione per afferrare e dimostrare un'idea che i suoi contemporanei cominciavano solo ad intuire. Idea che il naturalista inglese ha accarezzato, scolpito, levigato con pazienza e mente libera, nei lunghi anni passati a catalogare specie animali e vegetali raccolte nel suo giro intorno al mondo sul Beagle.
Nonostante la teoria evoluzionistica sia stata confermata nei secoli successivi, nel meccanismo e nella sua funzione, da numerose scoperte (le leggi di Mendel, la scoperta della struttura del DNA, la biologia dello sviluppo) e le sue applicazioni siano state estese alle varie scienze, il dibattito sull'evoluzione continua ad accendere gli animi.
I
creazionisti e i teorici del "disegno intelligente" continuano a mettere in dubbio la semplicistica visione di un mondo comandato dal caso e chiedono che le scuole promuovano l'insegnamento delle varie teorie, tutte spiegate con eguale dignita' intellettuale.
Tanto piu' che in molti paesi (
tabella) l'idea che l'uomo si sia evoluto da altre specie animali non e' accettata da buona parte della popolazione.
D'altro canto anche l'evoluzionismo conta i suoi fedeli credenti, legati indissolubilmente al nome di Charles Darwin. E, per
assurdo, la teoria sulla selezione naturale, che piu' di ogni altra ha nel suo cuore il "progresso", anche se in senso strettamente biologico, rischia di restare soffocata dal "Darwinismo".
Molto e' stato studiato e capito in 150 anni di teoria evoluzionistica, sarebbe ironico se, alla luce delle nuove scoperte genetiche, si restasse ancorati ad un'idea che, seppur geniale, puo' e deve ancora essere sviluppata e approfondita.
di Paola Merlo