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Il Cimitero di Praga di Umberto Eco, l'epitaffio della modernità

Il Cimitero di Praga di Umberto Eco, l'epitaffio della modernità
di Fabrizio Comerci

(21 novembre 2010) Non siamo qui a raccontarvi o a raccomandarvi la trama del Cimitero di Praga di Umberto Eco, uno dei libri italiani più venduti degli ultimi tempi.
Vi proponiamo, piuttosto, una chiave di lettura e di riflessione.
Un'interpretazione trascendente di quel grumo d'odio, incrostato sul preconcetto, rappresentato dal protagonista del libro: Simone Simonini
Le grandi rivoluzioni della Storia hanno, senz'altro, fatto compiere un rapido balzo in avanti alla civiltà che le ha partorite. Nonostante ciò non hanno mai rappresentato una cesura netta tra lo status quo ante e il nuovo assetto sociale post rivoluzionario.

La spinta propulsiva delle idee introdotte dall'Illuminismo e dalla Rivoluzione Francese continua a far sentire i propri effetti a distanza di secoli. Le idee introdotte hanno rappresentato una novità che ha decostruito una visione del mondo radicata da altrettanti secoli precedenti. Ma, i cambiamenti diventano il nuovo status quo con i loro tempi.

L'uomo ha paura del vuoto. E la paura si esorcizza con l'odio. Meglio ancora se l'odio diventa una fede che non si cura dell'evidenza. Meglio ancora se la religione dell'odio serve da collante per la creazione di una nuova realtà sociale trasversale: la nazione.

Il 1800 è un secolo schizofrenico, come il Simone Simonini / Abate Dalla Piccola de Il Cimitero di Praga. È un'era di transizione e disorientamento.
Gli ordini clericali congiurano come massoni, i massoni celebrano liturgie ribaltate (ma sempre liturgie). All'alba dei servizi segreti nazionali, si cerca il nemico esterno tra le proprie fila, a costo d'inventarlo di sana pianta.

Se c'è qualcosa che mette tutti d'accordo, però, è l'antisemitismo: la via più breve per instillare l'odio nei confronti dell'uomo nero, del bau-bau, lo spauracchio per eccellenza. Non c'è niente di meglio che convogliare tutte le frustrazioni verso qualcosa di ben riconoscibile e delimitato, di prossimo e già bersaglio di preconcetti la cui origine si perde nella notte dei tempi.
La creazione dei Protocolli dei Savi di Sion, leit motiv del romanzo, rappresenta il climax della teoria del complotto.

I vari paradossi che scaturiscono dalla politica dell'insinuazione del complotto (argomento caro a Umberto Eco) creano la Storia.

Quando il falsario crede al proprio falso in virtù della genuinità dell'idea che lo ha portato a falsificare, la logica si ripiega su se stessa.

«(…) io non produco dei falsi, bensì nuove copie di un documento autentico che è andato perduto o che, per banale accidente, non è stato mai prodotto, ma che avrebbe potuto e dovuto esserlo»

(Il Cimitero di Praga - U. Eco)

Siamo già all'assurdo?

«(I Protocolli dei Savi di Sion) si fondano su una falsificazione, piagnucola ogni settimana la Frankfurter Zeitung: e in ciò sta la miglior prova che sono veri… Quando questo libro diventerà patrimonio comune di tutto il popolo, il pericolo ebraico potrà considerarsi eliminato»

(Mein Kampf - A. Hitler cit in Il Cimitero di Praga, Fatti postumi)

Ora siamo all'assurdo.
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