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Teho Teardo e Blixa Bargeld  “Still Smiling”

Teho Teardo e Blixa Bargeld “Still Smiling”
di Dario Ameruso

"Nulla sarà cambiato della luce!
Colori come grigio e marrone
tutti stampati uno sull'altro
trovai un vuoto
una macchia bianca..."
(da "What if...?", Blixa Bargeld)
(12 maggio 2013) I paesaggi musicali di Teho Teardo incontrano la destrutturazione dadaista e poetica di Blixa Bargeld in un’alchemica e visionaria, quanto riuscita, simbiosi musicale nell’ultimo lavoro “Still Smiling”.

L’approccio cinematografico, i riferimenti alla musica contemporanea e al post-punk, le seminali tracce elettroniche, costituiscono la base che Teardo ha poi insieme a Blixa via via modellato per dare spazio all’interpretazione algida, teatrale e decadente del recitato, del cantato, interamente fusosi con la musica.

Questa nuova creatura è stata presentata al Circolo degli Artisti di Roma. La line-up prevede Teardo alla chitarra baritona e alla programmazione computer e orchestrale, Martina Bertoni al Cello, Blixa Bargeld alla voce.

L’effetto è straniante, magico, sublime. Musica concettuale che taglia dentro, estasi poetica, teatro brechtiano. Voragini sonore, ora nostalgiche, ora sospese o minacciose.


Blixa, tradizionale abito nero, come una lucida figura dell’abisso incanta. Elegantemente guarda il mondo dal suo nulla che assume forme irregolari. L’uso globale della lingua che si muove tra tedesco, inglese e italiano rende ancora più cerebrale l’effetto. Ogni riferimento è destituito. La musica si muove libera su territori ardui e bellissimi, declivi di bellezza inaudita. Altezze mitteleuropee, sonorità dai toni marziali, metallici, notturni.



Un pubblico curioso accoglie torbidi gioielli come la geniale “Come up and see me”, uno dei pezzi più belli, sospeso tra vortici di archi e nostalgie folgoranti, scritto osservando i tetti di Roma, la sua foresta di antenne. Sullo sfondo l’uomo che ha avvitato un intero paese.



Un loop rumorista apre la strada agli archi di “Axolotl”, il grido vibrante di Blixa in un crescendo d’angoscia; l’intensa “Buntmetalldiebe”, in cui riecheggiano tracce di Einstürzende Neubauten, per poi arrivare al brano che dà il titolo all’album “Still smiling”.



L’accattivante “Mi scusi” è il brano manifesto dell’intero lavoro, cantato interamente in italiano. Una meditazione ironica sulla lingua che conquista il pubblico per la sua dose di originalità e per l’incedere grave degli archi (guidati su disco anche in altri brani da The Balanescu Quartet).



Passano in rassegna la cover azzeccatissima “Alone With The Moon” dei Tiger Lillies che svela un lato romantico di Blixa, poi la splendida “What if…?”. Aperture poetiche e sonore di rara intensità.



Accolto con favore dal pubblico il nuovo arrangiamento del brano, già colonna sonora, “A queit life”. Chiudono la scaletta “Defenestrazioni” e il bis, richiesto dal pubblico, della personalissima cover cantata in italiano “Soli si muore”. Il cello di Martina Bertoni conferisce puntuale fervore con il suo  gesto musicale seccamente malinconico.



Stile minimalista, sperimentale, fatto di eleganti tessiture musicali, oscuri e romantici tappeti sonori, brevi sinfonie metalliche in cui vivono in simbiosi l’estro originale di Teardo e quello luciferino di Blixa. Un’esperienza musicale di altissimo livello, assolutamente fuori da ogni logica discografica, guidata soltanto dalla creatività imponente, vibrante, di due artisti unici nel panorama contemporaneo.


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