Commissionata dallo stesso Teatro, l’Opera vuole festeggiare il cinquecentenario dalla nascita dell’illustre cittadino che vita travagliata in verità ebbe in seguito alla sua idea della filosofia naturale in contrasto con la tradizione teologica del tempo.
Sfida giocata sul filo dell’innovazione tecnica prima che musicale, poiché l’Opera oltre a rispecchiare l’eclettica ricerca del musicista siciliano, è un lavoro virtuale, nel senso che le scenografie e i personaggi sono ologrammi che simulano la forma tridimensionale. Unica presenza in scena i musicisti della Royal Philarmonic Orchestra diretta dal maestro Carlo Boccadoro e i coristi del The London Baroque Choir. Tutto il resto è presente in forma virtuale, come spiega lo stesso Battiato in una recente intervista relativa alla regia: le scenografie di Luca Volpatti, le coreografie di Sean Hea Ha, i danzatori indonesiani Achmad Dipoyono e Pandu Perdana, gli attori Giulio Brogi che interpreta Telesio, gli altri attori Antonello Antonante (il prelato) e Claudia Amendola(la dama), gli altri musicisti Carlo Guaitoli al pianoforte e Angelo Privitera alle tastiere, il soprano Paolo Lopez, le voci di Divna Ljubojevic e Juri Camicasca.
«Ho scelto l’olografia, invece di una tradizionale rappresentazione scenica, per vari motivi: la stanchezza di una stantia situazione scenica da una parte e l’ambiguità dell’illusione, il ‘come sé , dall’altra. Quando capisco o so che quell’essere che si muove sul palcoscenico, che parla, canta o danza è un ologramma, mi affascina ancora di più. Si aprono secondo me possibilità e scenari inimmaginabili.»
L’Opera composta di due brevi atti e un epilogo, con un prezioso libretto scritto dal filosofo Manlio Sgalambro (biografia e pensieri del filosofo Telesio secondo uno stile frammentario, sintetico e fulminante com’è tipico del suo approccio), si muove costantemente in bilico tra il minimalismo e l’elettronica, tra la musica barocca e quella sacra, senza dimenticare il balletto e la prosa. Un insieme variegato di elementi cui Battiato ci ha già abituati: danze ipnotiche, tappeti sonori che sfiorano il silenzio, cori barocchi e delicate voci soliste, riflessioni in prima persona di Telesio, innesti di canti indonesiani, il tutto in un insieme armonico e creativo, che vuole superare gli steccati e le categorie tradizionali di approccio e valutazione. Perciò elementi barocchi e di musica sacra si sposano e si alternano a fenomeni sonori di tutt’altra matrice in un eclettismo tanto ricco, quanto affascinante.
Lo stesso Battiato è presente tra le voci soprattutto nelle note iniziali, marchiando con la sua cifra stilistica da subito la sua nuova creazione in passaggi vocali che segnano indelebilmente l’originale prologo: «[...] Lo spirito anima la terra e le piante. La pietra grezza. Tutto sente e palpita... tutto sente e palpita [...]».
Sequenze di un semplice ma ricco lirismo sonoro, sempre in trasformazione, fanno da contrappunto a una biografia poetica e filosofica che fa del frammento la sua cifra. Così in “Danza 1” un ipnotico pianoforte mette in risalto l'amore di Telesio per la natura: «La notte distende i miei nervi e l'ulivo sussurra animato da suo stesso suono. Studio fiori e il profumo dei loro corpi mortali mi arriva col vento mattutino».
L'intensità esplode tra l'Orchestra e il coro per brevi schegge poetiche di tempo ne “Il sogno”: «[...] L'armonia e la proporzione dirigono il pensiero. Deserta, brulla, la terra non più turbata brilla alla luce», mentre il coro e il soprano il lingua latina commentano: «[...] il cielo e la terra sono le prime e principali parti del mondo, dalle quali le altre cose sono costituite, e che, tra le cose che si trovano nel Cielo, agisce solo il caldo e, tra le cose che si trovano nella Terra, solo il freddo.»
La storia e la personalità di Telesio trovano degna cornice e compimento tra le pieghe di questa sincretica rappresentazione sonora e visiva, di questa lirica narrazione filosofica, animata, com’è, da un forte spirito musicale, e l’epilogo finale lo recita chiaramente: «Bernardino Telesio, a tumulazione avvenuta, fu calato nella tomba storico filosofica. Stasera lo spirito della musica lo ha accolto.»