Con le frequenti retrospettive sulla vita dei protagonisti, ne Il nudo e il morto, Norman Mailer ci dà occasione di sbirciare la desolante realtà statunitense del periodo anteguerra. Vagabondi, piccoli delinquenti, opportunisti, immigrati e borghesi decadenti raccontati senza indulgenza. Soldati parvenu che si riconoscono, come tali, solo dall'uniforme.
L'unica eccezione è Sam Croft: spietata e disumana macchina da guerra che trova, nella battaglia, la ragione d'essere e di morire. Espressione di un'inquietudine rancorosa volta a colmare un vuoto di fondo. Una voragine di nulla che egli vuole riempire scalando una montagna con cieca ostinazione, incurante delle vite umane a ciò sacrificate.
La gerarchia militare replica la struttura sociale. La borghesia degli ufficiali è lontana dalla difesa delle trincee. La guerra si gioca sulla scacchiera e nei rapporti con i superiori. Nell'afosa noia delle ampie tende del comando, c'è anche tempo di giocare partite più sottili, crudeli esperimenti sociologici dagli esiti fatali, il “fuoco amico” innescato dall'insubordinazione.
È il rapporto tra il generale Cummings e il tenente Hearn, lo scontro tra due ideologie. Scontro dal quale uscirà tristemente vittoriosa non l'ideologia più valida, ma quella il cui sostenitore può far valere il maggior potere circostanziato.
Ma il generale Cummings, dall'approccio ambiguamente paternalistico, dovrà subire un pesante scacco alla propria teoria universale del comando militare quando imparerà che la mossa della vittoria, in guerra, può essere messa in campo da un ufficialetto in seconda, anche a seguito di una decisione avventata.
I giapponesi che infestano Anopopei non sono molto più di molesti genii loci al servizio della capricciosa morte. Attaccano nella notte, si manifestano come piombo urlante che sorprende dai cespugli, si trovano, in forma di putrescenti cadaveri, a testimonianza di assalti precedenti.
Ma quando vengono incontrati vis-a-vis, sono straordinariamente e semplicemente umani.
Nella coralità della guerra, le deboli alleanze non riescono ad attenuare l'imperante senso di solitudine. Si deve convivere con la propria storia, con la propria essenza. Ciascuno è nudo davanti a se stesso. L'alternativa è la morte.
La cinematografica vividezza della narrazione di Norman Mailer, in Il nudo e il morto, prese spunto dall'esperienza diretta della guerra nelle Filippine dell'autore. La sua non fu che una guerra di retrovia, ma fu testimone diretto dei racconti delle pattuglie e degli irritanti rapporti con i superiori.
Il nudo e il morto fu il primo romanzo di Norman Mailer, tutt'oggi considerato la sua opera migliore, che lo consacrò nell'Olimpo dei classici U.S.A.
Copertina di Il nudo e il morto di Norman Mailer Ed. Einaudi