Se guardi nel buio a lungo, c'è sempre qualcosa. (
William Butler Yeats 1865 – 1939, poeta e drammaturgo irlandese, premio Nobel per la letteratura.)
Ho cominciato ad amare le mie tenebre perché credo che siano una parte, una piccola parte delle tenebre di Gesù e della sua pena sulla terra. (
Madre Teresa di Calcutta)
L'oscurità della materia è come la profondità del mare che noi attraversiamo come pesci luminosi. (
Hans Urs von Balthasar 1905 – 1988, gesuita, teologo e cardinale svizzero.)
La caratteristica del
buio è che ci galleggi dentro: tu e l'oscurità siete separati l'uno dall'altra perché l'oscurità è assenza di qualcosa, è un vuoto. La luce, al contrario, ti avvolge. Diventa parte di te. (Tratto da
Sunshine film statunitense del 2007 con Cillian Murphy, regia di Danny Boyle.)
Il buio e l'attesa hanno lo stesso colore. (
Giorgio Faletti scrittore)
Non avere paura del buio, ti aiuterà a trovare la luce. (da “La piccola anima e il sole” di
Neale Donald Walsch scrittore statunitense)
Se lo guardi non te ne accorgi: di quanto rumore faccia. Ma nel buio... Tutto quell'infinito diventa solo fragore, muro di suono, urlo assillante e cieco. Non lo spegni, il mare, quando brucia nella notte. (
Alessandro Baricco scrittore)
I soggetti di Melina emergono puri, nuovi, liberi da qualsiasi artificio, essenziali, spogliati da qualsiasi tipo di contesto perché essi non hanno intenzione di raccontare nulla, né di rivelare nulla di sé.
Essi suggeriscono un percorso, invitano l’osservatore a penetrare, dubitando forse incuriositi o spaventati, quell’oscurità, quel vuoto, quel silenzio assordante che li avvolge e si espande anche al di fuori dello
spazio dipinto, inondando ciò che ne è al di fuori, come un fumo denso, avvolgente, estremamente attraente.
Questo soggetto, che si può definire un tramite, catalizzatore non di emozioni o sensazioni indotte che prendono forma o essenza dalla sua origine, bensì ne creano una totalmente nuova e autentica, atta a plasmare una introspezione del io più recondito e volta a scavare talmente in profondità da riempire l’opera stessa di infiniti significati che provengono dall’osservatore.
La
forza di questo concetto è che chiunque osservi avverte sensazioni differenti, è sconvolto o compiaciuto da emulsioni mentali ed emozionali assolutamente uniche …è quasi come se l’osservatore faccia dell’opera la sua storia.
La liberazione del senso è lo scopo ultimo di questa tecnica invisibile, di questa perfezione così vera da far quasi impressione, sicuramente debitrice di un certo Caravaggio, liberazione come redenzione, redenzione come salvezza, salvezza come rinascita: chi osserva annega tutto se stesso, con la sua storia, la sua vita, il suo essere più complesso in questa oscurità resa così attraente da sguardi accattivanti, volumi seducenti che sussurrano silenzi urlati suadentemente, ritmati, fortemente roboanti.
Lamberto Melina ha sviluppato negli anni una poetica personalissima, attraverso percorsi di crescita alternativi. Laureato in filosofia estetica a Milano, art director e visual designer, critico ed editorialista, nei primi anni ’90 si dedica all’arte con trasporto e successo. Nel ’95 chiude un ciclo e scompare dal mercato, fino al 2008. In questi anni di silenzio si dedica allo sviluppo interiore di stilemi e alla fondazione teoretica del proprio “agire artistico”. Nel 2007 la conclusione del percorso concettuale e la definizione ideale del processo tecnico di ostensione e della propria matura identità culturale e artistica.(tratto dalla biografia pubblicata sul sito).
di Carla Primiceri