Intersecata alla fine dell’impugnatura un disco molto stretto che la completava, probabilmente anch’esso in platino, riportava degli intagli molto particolari, Kastalias si avvicinò e guardò meglio, si distinguevano delle lettere arzigogolate K.K.S….spalancò gli occhi e osservò il tratto di lama raffigurato, presentava una scanalatura centrale a spigolo vivo, doveva essere affilatissima, sui lati scanalature altrettanto decise…Kastalias giurò di aver già visto prima quella spada. Balzò come una furia giù dalla sedia e si precipitò nella prima sala dei sotterranei dove vi erano le prime scaffalature e la scrivania, si diresse dritta verso la parete tra le due armature del seicento…guardò attentamente, la vide subito, era la prima, la più possente, la più rilucente. Prese la daga la impugnò come fa un vero guerriero, ne accarezzò gentilmente la lama, la fece roteare fendendo l’aria, ascoltò il deciso suono che rimembrava le battaglie del passato, ne osservò ancora più attentamente l’elsa e le vide ancora: K.K.S. la sigla della sua casata, guardò in contro luce la lama sfaccettata, e li trovò…lì dove sapeva che sarebbero stati, incisi leggeri su tutta la lama i simboli del sigillo della sua casata: il leone, il talismano e il falco…al centro della lama da entrambi i lati e ripetuta più volte la frase :extra ordinem in hostem pugna! Incredibile…non riusciva proprio a spiegarselo. Senza indugiare oltre portò la spada con se, si rinchiuse di nuovo nell’ultima sala e riaprì il libro alla pagina dell’illustrazione osservando ancora i particolari del disegno eseguito con precisione e maestria diversi secoli prima. Continuò lentamente a voltare le grandi e fragili pagine di pergamena s’imbatté nelle cronache di un annuario, un diario che raccontava nei minimi particolari gli avvenimenti giornalieri all’interno di una sorta di convento…un monastero…o un’accademia..si proprio un’accademia. Lesse delle materie che si studiavano e delle attività extra che gli studenti dovevano svolgere. Si parlava dell’arte della scherma, equitazione, allenamenti in acqua, caccia e antiche pratiche d’attacco e strategie militari con armi dell’epoca. Chimica, biologia…alchimia e forse magia. Vi erano riferimenti a grandi animali alati, antichi e sacri, dei quali non si specificava il nome, si narrava di come venivano accuditi fin da cuccioli e poi addestrati da quelli che sarebbero diventati i loro condottieri per la vita. Più avanti nella lettura capì che si trattava di una razza di cavalli molto speciale e rarissima la cui esistenza in quel periodo era pressoché ignorata e che vantava solo poche menzioni nelle antichissime leggende dei Druidi Hereldiani. Andò avanti spedita nello sfoglio delle cronache dei giorni, delle settimane e dei mesi dell’anno “solare 899” così come diceva la dicitura in alto, chiedendosi come mai nel manoscritto ci fossero solo i resoconti riguardanti quello specifico anno e non altri. Si bloccò all’improvviso appena le balzarono all’occhio due formule chimiche che riguardavano l’oro liquido e l’ossigeno, anche se in più punti l’inchiostro era sbiadito, capì che si trattava di alchimia e di qualcosa che riguardava tale elisir di lunga vita…o di potere assoluto, tra le varie formule e parole poco chiare le balzarono alla vista due semplici parole, che non volevano dire nulla di speciale, e non erano neanche ben contestualizzate, eppure le ricordavano qualcosa, le suscitarono sorpresa e rabbia, ma non sapeva perché : SOLSTITII HIBERNI...
di Carla Primiceri