Il M5S non è nato nell’arco di una nottata e non è più un movimento poi così giovane. Nasce in rete grazie al blog di Beppe Grillo che dal gennaio 2005 ha lentamente catalizzato l’attenzione dei giovani e di certi ambienti culturali, in ambito universitario specialmente, per il modo come venivano affrontate alcune tematiche importanti legate ad ambiente, energia, innovazione, economia ed istruzione. Vantando la collaborazione di alcune grandi firme internazionali, studiosi, saggisti e perfino premi Nobel, chiamati a dare un parere autorevole nelle materie di propria competenza, il blog ha avuto il merito di lasciar intravedere un’alternativa di vita e di gestione della cosa pubblica più equa, più umana ed attenta all’interesse comune.
Questa premessa serve a sottolineare perché il movimento abbia trovato nella frase “né a destra né a sinistra, ma avanti” il proprio slogan ed a comprendere i motivi dell’eccezionale seguito ottenuto specialmente tra i giovani. Lo strumento utilizzato per ottenere questo successo è fondamentalmente uno solo: il web. Per definizione il web è il posto più democratico del mondo, dove tutti possono esprimere la propria opinione, dove non contano titoli per abbracciare un’idea e dove è possibile creare grandi aggregati proprio perché ognuno può considerarsi alla pari con gli altri. Inviso e snobbato dalla generazione incartapecorita che ci governa, il web, in particolare col meccanismo dei meet-up, ha dato al malcontento operoso un’infrastruttura potenzialmente in grado di unire una nazione.
Con un catalizzatore così, un solido fondamento di assennatezza nelle argomentazioni proposte e dall’altra parte il pietoso spettacolo di una politica inesistente ed indegna, dove chi non è ladro è complice e moltissimi sperperano le risorse comuni per bieca cupidigia o fiera incompetenza, perfino un popolo come il nostro, fortemente statico e attaccato al proprio particolare interesse, può motivarsi e cominciare a credere al cambiamento. Anche solo per questo, per la fiducia instillata nei giovani che si può essere lievito e crescere insieme per migliorarsi e migliorare, al M5S dovrebbe essere riconosciuto di diritto un merito che a nessuno dei soggetti politici degli ultimi 30 anni potrebbe mai essere attribuito.
All’atto pratico poi ci sono “obiezioni” da più parti mosse, imponenti travi che tanti politici e giornalisti vedono così chiaramente negli occhi dei “grillini” e con proporzionale enfasi denunciano preoccupati, per nulla disturbati dalle piccole insignificanti pagliuzze nei loro occhi, che al confronto sono davvero ben poca cosa...
Primo e, di recente, più importante problema: la mancanza di democrazia interna al movimento. Grillo e Casaleggio manovrano, indicano, giudicano, intimano, epurano. Eppure, all’interno di Forza Italia ieri e del Popolo della Libertà oggi, le cose non vanno poi diversamente. Non abbiamo forse assistito per anni allo spettacolo pietoso di una maggioranza parlamentare piegata agli interessi di uno ed ai suoi piedi compatta? Non è avvenuta proprio ieri in seno alla nostra Repubblica la più vergognosa compravendita di deputati e senatori pronti a disfarsi della poca dignità residua per qualche spicciolo in più? Non è stato il Partito Democratico ad ignorare nel recente passato le indicazioni della propria base, che poteva esprimersi solo con le primarie, per continuare indisturbato i soliti inciuci di potere? Fino a prova contraria, dietro a quegli atteggiamenti nel M5S si può vedere solo la volontà di combattere una battaglia per il proprio paese riducendo al minimo il rischio di essere contagiati, assimilati o anche solo distratti dal sistema. A torto o a ragione si tratta di autodifesa.
Il Movimento 5 stelle non ha un programma, solo pochi punti generici, idee impopolari o irrealizzabili o entrambe le cose. Di fronte alla semplicità è vero che a volte si può restare disorientati, ma per lo più in quest’accusa c’è molta malafede. Se c’è un’argomentazione a favore dell’irrealizzabilità dei punti del programma del movimento è, purtroppo, il fatto che verrebbero colpiti interessi forti di pochi gruppi di potere. La storia ci insegna da sempre che laddove la politica è debole ed i governi sono corrotti, i cosiddetti “poteri forti trasversali” si insinuano con forza succhiando risorse ed arricchendosi fino all’inverosimile sulle spalle della popolazione. Le idee del movimento hanno la pretesa di voler spezzare questo meccanismo e restituire alla sovranità popolare le risorse della nazione. Un’argomentazione questa che chi ci governa non vuole comprendere, semplicemente non ne è capace. Anche qui, verrebbe da chiedersi: cos’hanno fatto invece “gli altri” con i propri programmi di governo? Vogliamo parlare dei risultati della riforma Gelmini? Quali risorse sono state date alle forze dell'ordine per combattere criminalità e corruzione? Che ne è stato del conflitto di interessi? È ancora vivo in chi scrive il ricordo di una trasmissione radiofonica che aveva scommesso con i propri ascoltatori di non riuscire a leggere tutto il programma del governo Prodi prima che questo cadesse …
Non sono “politici di professione”, sono disorganizzati, inadatti e poco rappresentativi. Se Pizzarotti ha impiegato quaranta giorni per una giunta, quanto tempo ci vorrà per un governo? E con quale peso internazionale? Dopo due repubbliche concluse a suon di scandali, svariate figuracce in materia di politica estera (ricordate il baciamano ad un certo dittatore libico?) ed una credibilità a dir poco imbarazzante (con condannati "promossi" a parlamentari per evitare il carcere quando altrove ci si dimette per un filmetto noleggiato con soldi pubblici), sembra davvero incredibile che i nostri “politici di professione” ancora pensino di poter insegnare qualcosa su come si costruisce la reputazione di una nazione. Usare la giovane età di una potenziale nuova classe dirigente come argomento a discredito è a dir poco surreale. Sono stati atteggiamenti come questo, la totale chiusura a nuove idee e nuovi volti, l’incapacità di farsi da parte, che hanno decretato il fallimento dell’Italia.
Viene da chiedersi cosa ci sia da condannare veramente nel Movimento 5 stelle. Potrebbe, forse, magari, essere l’occasione per ridare fiducia ad un paese malandato e maltrattato, per costruire finalmente una vera sovranità popolare. Il tempo del nuovo non sarà certo un tempo libero da dubbi, errori ed imbarazzi, ma sarà “il nuovo” … una sensazione che fino ad oggi ha potuto assaporare solo chi ha visto nascere la Costituzione. Una novità rappresentata da giovani che hanno deciso di mettersi in gioco in prima persona, senza stare a guardare. Magari anche tra questi ci saranno arrivisti e disonesti, non bisogna certo illudersi, ma cosa c’è da perdere che l’attuale classe politica e dirigente non ci ha già tolto?