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SARAH JANE MORRIS-Live@Villa Celimontana

SARAH JANE MORRIS-Live@Villa Celimontana

Vestita di bianco, sorriso disarmante, dopo le prime note subito entra in contatto con la parte di te che volgarmente chiami anima e li ci resta per ben due ore di concerto, per cantare ‘dove fa male’, tra atmosfere folk, jazz, blues e soul.

La line-up rispecchia per la quasi totalità quella del suo ultimo lavoro discografico: “Where it Hurts” (“Dove fa male”), disco totalmente acustico nato dalla collaborazione con Dominic Miller, già braccio destro di Sting. Henry Thomas al basso acustico; Martyn Barker alla batteria e percussioni; Tony Remy alla chitarra acustica; Kevin Armstrong alla chitarra classica e Annie Whitehead al trombone.

Le canzoni che presenta parlano di amori finiti, di rifugiati, di Robert Mugabe e della corruzione dilagante (la battuta al pubblico italiano è fulminante: “...ne sapete qualcosa?!”), della lotta al regime in Birmania, del rilascio di un detenuto dopo 21 anni nel braccio della morte. E tutta questa energia si sente sul palco.

L’attenzione per il sociale infatti è stata una cosa presente nella sua musica sin dall’era Thatcher, insieme ad una trama di emozioni sempre in bilico tra dolore e gioia, delicatezza e forza espressiva.

Il mix è particolarmente interessante, Tony Remy ricama atmosfere blues e cadenze africane, Armstrong costruisce l’armonia, mentre la sezione ritmica è sempre precisa e trascinante. Così è per “A world to win”, “You know her” e per la bellissima “Never forget how to dance”, un pezzo di vera bravura della Morris che mette in mostra il suo ‘range’ vocale davvero ampio, ispirato dalle grandi del passato, tra tutte: Nina Simone, Janis Joplin e Billie Holiday.

L’atmosfera si stempera con il blues dall’andamento notturno “Betrayal”, con la dolcezza jazzata di “Sunset” e con la bella cover di Sting “Fragile”, in cui spicca l’assolo del basso di Henry Thomas e quello del clarino di Michael Rosen che intanto è stato chiamato a dar manforte. Poi è la volta dei classici del passato, di “Toxic”, suonata benissimo da una band che riesce a sottolineare ogni frammento di tempo, e di un'altra cover decisamente dal taglio reggae “Peace of my Heart”, portata al successo da Janis Joplin, in cui fanno un bel lavoro il trombone e il sax di Rosen.

Richiamata sul palco dopo una piccola pausa, regala “Me and Mr. Jones”, naturalmente “Don’t leave me this way”, e una lunga versione di “Never gonna give you up” targata Barry White che smuove definitivamente il pubblico di Villa Celimontana per un finale soul davvero effervescente.

di Dario Ameruso


SARAH JANE MORRIS Live Villa Celimontana 2009 su YouTube
04 settembre 2010
Articolo di
nostoi
Rubrica:
Musica


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