Multiversi roundbox
L'assedio

L'assedio

(17 giugno 2010)

Homo homini lupus


A voler mettere nello stesso calderone tutte le vergogne piccole e grandi che ci passano davanti agli occhi quotidianamente, si ha la spaventosa impressione che tutto vada verso un progressivo ed inesorabile depauperamento dei valori fondanti propri di una società civile. Intenzionalmente.

Mai come in questo periodo, infatti, i comportamenti della classe politica e dirigente del paese sembrano tutti indirizzati verso la legittimazione della prepotenza, dell’intolleranza, degli abusi di potere, degli inciuci di palazzo, della dequalificazione e mortificazione della libera informazione. Non stupisce neanche più il tentativo reiterato di legittimare i reati perpetrati dalla casta, a dispetto di una Costituzione umiliata ed offesa, definita “di impedimento”.

Ma se è risaputo il fatto che da questi figuri, uomini senza passato che ci stanno inesorabilmente togliendo il futuro, ci si possa aspettare proprio di tutto, la sensazione di totale assedio che l’italiano mediamente onesto prova da qualche tempo, invece, è un’assoluta tragica novità.

Tale e tanta è la consapevolezza di essere finiti in un vicolo cieco, circondati dall’illegalità, impoveriti nei mezzi e ridotti al silenzio, da trasformare quello che prima era solo un dubbio, magari un’amara battuta che aiutasse a tirare avanti, in una tentazione sempre più forte: cedere al sistema, diventare parte di quel meccanismo perverso per il quale chi vuole mantenere la propria integrità, difendere lo stato di diritto e continuare a credere nei propri mezzi e talenti rimarrà sempre escluso, emarginato e sconfitto per sfinimento.

È il mobbing di Stato all’onestà. Un messaggio subliminale che fa esclamare agli abitanti de L’Aquila “Vogliamo essere trattati come fate con gli evasori fiscali”. Uno slogan ben riuscito ma non solo, uno slogan disperato: la fotografia di un corto circuito che sintetizza la deriva di questa Italia. Una nave senza capitano, con un equipaggio di mercenari troppo indaffarato a saccheggiarla per accorgersi della tempesta in atto. Con poche scialuppe di salvataggio, tutte per la prima classe. In cui tutti gli altri passeggeri guardano senza vedere, aspettando fiduciosi e rassegnati un aiuto che non arriverà mai. Prigionieri dietro ai cancelli della terza classe mentre gli viene detto che è per la loro sicurezza… e l’orchestrina che continua a suonare un allegro valzer per distrarre ed allietare. Così, chi vuole a tutti i costi sapere, capire, cambiare, subisce ogni giorno un tale irraggiamento di ingiustizia da restarne inconsapevolmente contaminato. I primi a cadere saranno tra quelli messi in ginocchio dalla crisi, disperati per mancanza di mezzi e prospettive. Gli altri, col tempo sempre più pochi e isolati, saranno guidati dall’istinto di sopravvivenza che li porterà più o meno consapevolmente alla scelta di abbandonare la propria umanità. Homo homini lupus.


di Carmelo Primiceri

17 giugno 2010
Articolo di
carmelo
Rubrica:
Società


Ultimi articoli di carmelo
Il serenissimo, ovvero il naufragio dell’etica pubblica
(10/10/2014)

LA VIA MAESTRA
(06/10/2013)

Il Grillo parlante
(02/10/2012)

Multiversi Link

SISTEMA

 © Multiversi Project 
Di link in link verso l'approfondimento
Contattaci
Ai sensi della Legge 7 marzo 2001, n.62, si dichiara che Multiversi.info
non rientra nella categoria di "informazione periodica" in quanto
viene aggiornato a intervalli non regolari.