La tara delle parole
La versione scostante di essere umano.
Il disprezzo è come un conato di vomito improvviso.
Per quanto si provi a chiudere le mani davanti alla bocca, le contrazioni dello stomaco hanno la meglio su tutte le altre funzioni organiche.
La dignità non è fisiologica. Calpestarla in modo sistematico diventa una forma di adattamento di quelle categorie abiette del genere umano.
Ne abbiamo.
Camminano fra noi.Sole bruciato. Lo scontorna da un cielo che non ha niente da dare, Elvira Dones, scrittrice di origine albanese, nella terribile cronistoria della moderna migrazione di uomini e donne dall'Albania all'Italia. Terra promessa, sfacelo della Speranza dell'umanità.
Uomini e donne cui viene promessa la salvezza, come fu promessa dal cielo agli uomini. Attesa inutile. Queste donne, questi uomini, non riescono a vedere nemmeno la luce in un giorno d'agosto. Prostitute. Schiave del mercato del sesso. Sono le belle ragazze che passeggiano sul ciglio della strada. Un bordo, un confine. Non è il campo di grano del Piccolo Principe. Non è lo steccato familiare e morboso di Furore di Steinbeck. Non lo è, Signor Presidente. Una semplificazione scientifica dell' annullamento diviene mezzo deliberato di offesa. Di umiliazione. Quella banalità linguistica e sorda che sembra simpatica e invece è semplicemente male. Banalità. “ Non posso dire che sono contento per le morti dei civili ma non posso dire che deploro gli attacchi terroristici contro gli Stati Uniti “. Con lucidità chirurgica, rimuove ogni lembo di umanità. Lui è Slobodan Milosevic. La lingua è un bisturi dalla lama impazzita. Non è follia. E' banalità. “ Noi non crediamo che Hitler abbia ucciso sei milioni di ebrei “. Pensieri sciolti, spettinati come quelli di Lec che sono meravigliosi. Che fanno chiudere gli occhi. Non c'è niente si spettinato nella ordinata, spietata linguistica del leader iraniano Ahmadinejad. Un autore fin troppo consapevole di terrorismo linguistico. Di disumanità. Parole e denti. “ La particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l’inclinazione stessa dev’essere considerata come oggettivamente disordinata“. E' l'allora cardinal Joseph Ratzinger ad esprimere un parere chiaro e una posizione univoca nella sua Lettera al vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, (10/10/1986). Disordine. Lo chiama lui. Un lieve, insulso, disordine. Un fastidioso respiro. “ Sulla mozione concernente alla Giornata Mondiale contro l'Omofobia, diciamo subito di no. Primo perché chiede di celebrare con una ricorrenza il riconoscimento della omosessualità come non malattia mentale. Il secondo chiede di promuovere campagne contro l'omofobia che vuol dire fobia dell'omosessualità. E il terzo chiede...chiediamo...chiedono...il riconoscimento ufficiale contro l'omofobia.Che è come il punto uno. Chiudendola con una battuta pur senza pensare che l'omosessualità sia da perseguitare, tuttavia non si rietiene, non riteniamo sia neppure da celebrare come se l'averla possa ritenersi un cosidetto colpo di culo" . La magniloquenza dell'onorevole Stefano Galli ( Lega Nord) si inerpica verso i dolorosi sentieri della dietrologia e della retorica. Un surrogato di arroganza e imbarazzante professione d'ignoranza. “ Ritornando a casa, batti la moglie. Tu non sai perché, ma lo sa lei ". E pur non sapendolo, ci scribacchia sopra, il delicato poeta greco Ipponatte, vissuto nel VI secolo avanti Cristo. Un poeta. Appunto. Non è da meno il sacro Aristotele, per cui “ La donna è un uomo mal riuscito " . Un interessante punto di vista che apre a sofisticati nonsense o double sense, vista la ben nota bisessualità del filosofo meteco. Achille Starace sceglie un terreno comodo, non ci sarà infatti voluto tanto per poter partorire un pensiero, addirittura esternarlo, e fargli dire “ Con la creazione dell'Impero la razza italiana è venuta in contatto con altre razze; deve quindi guardarsi da ogni ibridismo e contaminazione “. Un bel problema, la contaminazione. C'è da sperare che Starace fosse sterile. Per coerenza. La storia è un coacervo di citazioni. La bellezza delle parole, nella loro sintesi citazionista ha la forza di un uragano in una casa di bambola. A tanti di quelli che ancora scambiano la platea internazionale e le orecchie del mondo per un vaso da vomito, la preghiera è quella di gradire un comodo silenzio intestinale. Ad ogni amante del linguaggio e della bella parola invece lasciamo custodire in cuor proprio e a mo' di ripetizione, un'altra famosa frase che rende onore ad un esercizio linguistico e sotterra ogni sentimento di empatia per quel genere umano che dignitosamente si priva dell'umanità. Sebbene con Canetti si possa dire che Alcuni raggiungono la loro massima cattiveria nel silenzio, per altri, meno assennati, è semplice e anche banale spiegare tanta spietata faciloneria linguistica, pensando soltanto che “ Io non domando a che razza appartenga un uomo, basta che sia un essere umano. Nessuno può essere qualcosa di peggio “ Grazie Mark Twain.
di Veronica Turiello