Il fatto che si " tolleri qualcuno " è lo stesso che lo si condanni.
La tolleranza è anzi una forma di condanna più raffinata
(P.P.Pasolini, Gennariello)
Omosessualità.
Nell'utopia di un mondo naturalmente tollerante parleremmo di attrazione naturale verso soggetti appartenenti al proprio sesso. Se fossimo naturalmente predisposti al diverso, di diversi non parleremmo, poiché la certezza è che siamo tutti diversi.
Ma alcuni tipi di diversità pagano pegno. E a deciderlo sono gli intolleranti.
Il Rapporto dell'ILGA – Internazional Lesbian, Gay Association – disegna la mappa dei diritti omosessuali nel mondo.
L'80 % dei paesi perseguita gli omosessuali considerando reato punibile con la detenzione la loro inclinazione sessuale ( 72 paesi ) mentre in 5 paesi è addirittura prevista la pena di morte.
Sono 56 i paesi che prevedono apposite leggi a tutela dell'omosessualità mentre sono 23 i paesi che riconoscono le unioni omosessuali e ne garantiscono i diritti di coppia.
E l'Italia dov'è?
Paese Italia.
Nel marzo 2009, Morten Kjaerum e Giusto Catania presentano la relazione sulla situazione della realtà omosessuale europea presso l' Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali ( FRA ).
Nelle 160 pagine esposte al Parlamento Europeo di Bruxelles vi è la conferma della netta politica omofoba del nostro paese che insieme ad altri 13 stati europei ( dalla Lettonia, Polonia e Lituania – che considerano l'omosessualità un reato grave contro la morale – a Lussemburgo, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovenia, Slovacchia, Cipro, Grecia, Malta e Bulgaria )non solo non prevede leggi apposite per gli omosessuali ma non considera l'omofobia un reato.
Sono previste invece leggi ad hoc per le unioni di fatto in Spagna, Belgio e Paesi Bassi e nei restanti 10 paesi della comunità Europea vi sono disposizioni di garanzia e tutela.
Chiusure. Arrivano dal mondo delle istituzioni che negano di fatto l'accesso ai tavoli di discussione del governo, sia dai grandi protagonisti della società civile. Forte è la pressione delle sfere ecclesiastiche del paese verso tutto quanto è apertamente “ altro".
Il Ministero per le Pari Opportunità, dalla viva voce del Ministro Mara Carfagna, apertamente si pone fin dal suo insediamento come difensore della moralità del Belpaese condannando il GayPride, da sempre momento di massima aggregazione e visibilità del mondo omosessuale italiano. L'intolleranza ha il vizio della recidiva.
Era già accaduto nel 2006, quando, l'allora onorevole Vladimir Luxuria – transgender - fu invitata ad usare un bagno per uomini dal deputato Elisabetta Gardini
Piccoli pruriti sessisti travestiti da questioni morali. Nell'immobilismo cronico del paese, naturalmente, dove non c'è legge non c'è reato.
Non stupiscono le diverse, ripetute, imbarazzanti aggressioni che hanno occupato per spazi brevi e routinieri l' informazione canonica della passata estate italiana.
Roma diventa spesso, suo malgrado, teatro urbano omofobo e violento. L'ArciGay denuncia oltre 200 omicidi negli ultimi 10 anni. Ben 40 sono stati commessi nella capitale.
Nel solo 2008 ( così come risulta dal ReportArciGay 2008/09 presentato alla Camera nel maggio scorso ) sono stati 9 gli omicidi a danno di omosessuali e ben 45 le aggressioni.
I dati ufficiali tuttavia sono difficilmente reperibili.
Le forze dell'ordine non registrano lo specifico reato a danni di omosessuali, non essendo prevista la fattispecie di reato. E' dunque alta la diffidenza da parte degli aggrediti nel denunciare. Non esiste di fatto una legge che riconosca l'aggravante specifica del reato ai danni di persone omosessuali, transgender e bisessuali.
Come a dire che il reato esiste ma non si riconosce ad esso una vittima. La negazione dell'identità passa attraverso una negazione di diritto.
Occhi chiusi. Nella notte fra l'11 e il 12 luglio 2005 Paolo Seganti viene assassinato a Roma dopo essere stato seviziato da un gruppo di sconosciuti mai individuati che lo aggrediscono in casa.
Era omosessuale.
E' perciò solo un ritorno alla violenza gratuita l' accoltellamento da parte di un militante di estrema destra ai danni di un ragazzo gay e del suo compagno al Gay Village nell'agosto scorso. Lo sono i lanci di bottiglie incendiarie sulle porte del Qube – locale che ospita Muccassassina –. Lo sono le due bombe carta lanciate da motorini in corsa nella nota Gay Street romana, accanto al Colosseo.
L'intolleranza viaggia oltre i confini capitolini e raggiunge Firenze, dove un ragazzo viene gravemente ferito al volto da due balordi. E' un gay. Un altro. E paga pegno. A Napoli una coppia di turisti gay viene aggredita da un gruppo di ragazzi nel centro storico della città.
La sola regola, come in un nuovo Fight Club, è che non esistono regole.
Il 23 settembre scorso è proprio la Provincia di Roma insieme alle associazioni Omosessuali d'Italia ad organizzare una grande manifestazione contro ogni forma di intolleranza a cui hanno preso parte oltre trentamila persone.
Se non sopporti chi è diverso da te: clonati ne diventa lo slogan forte e univoco. E' presente anche l'ArciGay – attiva fin dal 1980 – che oltre alle decine di iniziative di lotta contro la discriminazione, ha creato un numero verde a sostegno dell'omosessualità. Sostegno psicologico, medico ma anche legale.
Il cambiamento che s'attende è forse il più complesso. Aspettiamo nuovi occhi. I nostri.
L'intollerante guarda nella pozzanghera e quella nel fango non è mai la sua faccia.
Forse perché la faccia dell'intollerante non ha tratti.
E' un'amorfa coesistenza di cose sparse a caso su un viso. Indegno persino del riflesso dell'acqua sporca
di Veronica Turiello