E questa tristezza, cosi' morbida e ovattata, se non ci aggredisce, ci inquieta. Eccitante. Questi due grandi seni sembrano fuori contesto, quasi non appertengano agli occhi della donna che ce li mostra. L'altra sembra capire, e le fa appoggiare la testa sulla sua, tutte e due piegate l'una sull'altra. C'e' una confidenza segreta che possiamo soltanto intuire, nonostante la nudita' ingigantita per occultarla. E quelle due teste, cosi' messe assieme, danno sgomento, e tanto da distogliere la nostra attenzione da quel dettaglio cosi' estraneo, cosi' eroticamente messo di lato. In una parte del disegno c'e' dolore, nell'altra usurpazione visiva: la disperazione concettuale trova la sua forma in una dicotomia descrittiva surreale, in un'anatomia distorta che si fa sempre piu' forte quanto piu' a lungo guardiamo. Quest'immagine silenziosa e sensuale, "goticheggiante" per tecnica e colori, ma contemporanea per i riferimenti simbolici cosi' ingombranti, sposa uno stile elegante e raffinato, e le due donne, che sembrano bagnate, ci restituiscono una dimensione assolutamente intima della femminilita', dietro a quei seni, messi forzatamente davanti, che dopo un po' non riusciamo piu' a ferirla.
di Chiara Merlo
Katarina Ali è nata nel 1973 a Zemun, in Iugoslavia. Nel 1993 si è diplomata in design industriale alla Scuola per Design di Belgrado e nel 1999 si è diplomata in Progettazione Grafica all’Accademia di Belle Arti e Design di Belgrado. L’artista è stata presente in numerose mostre collettive in Italia e in Iugoslavia. Ha vinto il primo premio al concorso di disegno organizzato dalla galleria “B. Stamenkovic” di Belgrado. Tra le sue esposizioni personali ricordiamo quelle alla galleria “Akord” di Belgrado e alla galleria “Hadzi Ruvim” di Lajkovac nel 1999; a Messina, presso la Pro Loco “Artemisia” di Castroreale e alla galleria comunale di Milazzo nel 2001; alla galleria “Helios” di Roma nel 2002; presso lo Spazio espositivo “Green Manors” di Castroreale nel 2003; alla Galleria “Il Gabbiano” di Messina nel 2004; ed infine alla galleria “Italarte” di Roma nel 2005.
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