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I Trapezisti, un pensatoio a Monteverde

I Trapezisti, un pensatoio a Monteverde
di Alessandra Bernocco

Questa è la parte più bella di tutta la letteratura: scoprire che i tuoi desideri sono desideri universali, che non sei solo o isolato da nessuno. Tu appartieni.
Francis Scott Fitzgerald

Il vuoto in faccia a un muro, lasciato da una libreria venduta, è il più profondo che conosco.
Erri De Luca
(22 gennaio 2020) Sono proprio due trapezisti Barbara Salsetta e Maurizio Zicoschi. Non solo perché I Trapezisti è il nome che hanno scelto per la loro libreria indipendente sorta tre anni fa nel cuore di Monteverde Nuovo, quartiere semicentrale della capitale, dove si sono trasferiti dopo un rodaggio di diciassette anni in un quartiere vicino. Non solo perché lo spazio deputato era –e questa è davvero una bella combinazione- un laboratorio di attrezzi ginnici con i segni di trapezi ben visibili nei muri. Ma perché Barbara e Maurizio sono due acrobati della cultura, temerari e consapevoli che rete o non rete tocca lanciarsi. La sola alternativa sarebbe star fermi, ché chi resta immobile di certo non cade.


Quando si dice nomen omen. I due giovani e colti librai – letterata lei, matematico lui- incarnano il destino di tanti librai indipendenti che cercano di resistere alla logica della grande distribuzione e dei gruppi editoriali inanellati tra loro, con i grandi punti vendita in bellavista,  e i commessi spaesati come quelli di Ikea.



Provate a chiedere un titolo di un editore indipendente, piccolo o medio, in uno di quegli spazi dove le vetrine sono fatte dallo stesso titolo replicato alla Wahrol e vediamo in quanti vi sapranno rispondere. Alla meglio si prodigheranno in una ricerca sull’etere e vi diranno possiamo provare a ordinarlo ma non garantisco oppure che il libro è andato esaurito beato l’autore. Per non parlare di un testo teatrale: lasciate perdere.



Questo per dire che la resistenza messa in atto da una libreria indipendente avviene anche recuperando un rapporto diretto con l’editore, indipendente a sua volta, e con lo stesso lettore, che in quel rapporto si sente riconosciuto in quanto tale e non come il rompiscatole di turno in cerca di un titolo strano con tutti quelli che ci sono esposti che diamine.



Il libraio indipendente diventa (o torna a essere) il libraio di fiducia a cui è dato anche suggerire il nuovo titolo o, per esempio,  la nuova edizione di un classico appena ritradotto.



Fiducia che passa anche attraverso una serie di attività collaterali che ruotano intorno a un libro, a un autore, a un evento variamente declinato come presentazioni, incontri a tema, gruppi guidati di lettura, corsi di scrittura, che di questa libreria sono il fiore all’occhiello.



Attorno ai Trapezisti si è creata una comunità molto attiva e vitale, pronta a mobilitarsi per scongiurare il rischio caduta, che avrebbe rotto le ossa  non solo a loro ma a gran parte dei monteverdini e non solo. La libreria infatti rischiava di chiudere a causa dello sfratto dai locali al civico 37 di via Laura Mantegazza e invece la nuova sede è stata trovata a due passi da lì, una cinquantina di metri più giù.



E domenica 19 gennaio è avvenuta una di quelle cose che si chiamano flash mob e quando riescono ti accorgi che non tutto è perduto. Anche per i libri e per gli ostinati amanti della pagina scritta, di carta, a cui fare l’orecchia per non perdere il segno.



Ognuno con un cartello – la cultura è pace, voce, chi legge non cade, chi legge non ha paura, leggere crea indipendenza, leggere è viaggiare – si è formata una catena umana che si è passata i libri di mano in mano da una sede all’altra finché la ‘prima pietra’ non è stata depositata. Sul tavolino pronto ad accogliere i primi segni di questa nuova avventura, tra calcinacci e vernice, la pila di libri montava e montava, arrestandosi solo ogni tanto, quando dalla fila ci si fermava a leggere un titolo, a trattenere un ricordo, a lasciare passare una macchina, un motorino o a  tranquillizzare i passanti che tutto era in regola.



Una signora gentile dal balcone si informa. “Stiamo solo traslocando una libreria, signora, nulla di strano”.



Sarà bellissima la nuova sede, rallegrata da un colore che qui non vi dico.



Venite a vederla dal 1° febbraio, al civico 40 di via Mantegazza, a due minuti da piazzale Dunant.


22 gennaio 2020
Articolo di
nostoi
Rubrica:
Cultura


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