Renato Nicolini sollevò da ogni onere le forze dell'ordine assumendo su di sé la responsabilità dell'infrazione così che una licenza amichevolmente concessa divenne esemplare, semplificando di molto la vita non solo di quello spazio ma delle tante associazioni culturali operative in Italia.
Ma voi vi immaginate se per fruire di una qualunque iniziativa culturale, che ne so una mostra, la proiezione di un film, un reading, doveste inoltrare la richiesta una quindicina di giorni prima?
Né fu quella l'unica svolta importante innescata dalla Comunità di Giancarlo Sepe.
Forse non si sa ma l'idea di stabilire il tetto di 99 posti per i teatri in seno alle associazioni culturali arrivò proprio da lì liberando le associazioni dalla soggezione a disposizioni più rigide (applicabili ai grandi teatri e agli spazi di trattenimento) che avrebbero comportato lo smantellamento fisico della struttura se non la chiusura tout court, penalizzando gravemente la vita culturale del paese.
Si è parlato anche di questo lunedì 3 ottobre 2016, durante una conferenza stampa affollata in cui si è fatto il punto della situazione in cui versa lo spazio di Trastevere fondato quarantaquattro anni fa in una delle storiche cantine romane. L'ultimo baluardo del teatro di ricerca sopravvissuto nella capitale dagli anni settanta. Il palcoscenico magico diventato ring, palestra, labirinto, e chissà quanto altro ancora a seconda dei personaggi che ci abitavano dentro. Il ritrovo alternativo frequentato e difeso da signori che si chiamavano Eduardo De Filippo, Federico Fellini, Mario Monicelli, Alberto Moravia, Vittorio Gassman, Alberto Lionello, Maurice Bejart, Giulietta Masina, Aroldo Tieri, Romolo Valli, Giorgio De Lullo, Paolo Stoppa, Lilla Brignone, Mariangela Melato. La Comunità di nome e di fatto che adesso è sotto sfratto per ragioni irragionevoli che ci auguriamo vengano ragionevolmente risolte.
Se n'è parlato tra un grido di dolore e un vagito di speranza perché la situazione è seria ma non disperata. E con la tigna di chi resiste a qualsiasi costo, si è annunciata la stagione imminente, che prevede quattro spettacoli autoctoni più un'ospitalità.
Non sarà questa la sede per ripercorrere le fasi recenti che hanno fatto seguito all'ingiunzione di sfratto da parte del comune di Roma, ma basti sapere che non è ancora scongiurata.
Nonostante dal comune, e in particolare dal primo municipio presente nella persona dell'assessore Cinzia Guido, ci siano incoraggianti segni di interlocuzione.
Nonostante il pubblico voglia il suo teatro, come dimostrano le firme a sostegno della petizione 'No alla chiusura del Teatro La Comunità', quasi tutte accompagnate da commenti che provate a leggerli prima di spedirci le forze dell'ordine.
Nonostante una compagnia niente male si sia fatta carico della coproduzione e intenda procedere “come se le cose fossero come devono essere”.
Garantisce Francesco Feletti della compagnia Umberto Orsini, che dallo scorso anno ha raccolto l'SOS lanciato da Sepe sostenendo la ripresa de I Dubliners.
Ora si riparte con Amletò (gravi incomprensioni all'Hotel du Nord), spettacolo delizioso, una vera chicca che ambienta la tragedia del principe di Danimarca nella Francia del '39. Il palcoscenico è pronto. Dalla platea, dove sono seduti Giuliana Lojodice, Antonio Calenda, Monica Guerritore, Pino Micol, si vede la scritta Hotel du Nord. Cominciamo a commuoverci.
Amletò è in scena fino al 11 dicembre 2016.
Gli altri spettacoli in collaborazione con la Compagnia Umberto Orsini e programmati per il 2017 sono:
Washington square di Henry James
Barry Lindon di William M. Thackeray
I dolori del giovane Werther di Goethe
Lo spettacolo ospite, in cartellone dal 13 al 20 settembre, è Cassandra, Variazioni sul mito n.2, drammaturgia e regia di Laura Angiulli, con contributi al testo di Enzo Moscato.
(la foto di questo articolo è di Pino Tufillaro)
Tutti i diritti sono riservati. È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale, di questo articolo, ivi inclusa la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione scritta di Alessandra Bernocco.