La trama di questo spettacolo segue un crescendo di fatti soltanto immaginati, surreali, supposti. Ricordi. E come sostiene anche il regista, fanno pensare alle vicende che legano il giudice Porfirij e il condannato Raskolnikov del romanzo “Delitto e Castigo” di Dostoevskij. Con la stessa acqua (del fiume Irtyš) che scorre fuori dalla prigione (la fortezza per lavori forzati in Siberia di Omsk) e quella stessa desolazione che alla fine porta alla confessione. Dalla rimozione all’accettazione della verità, seppure non assoluta. Quella propria. Un’inquietudine latente, una smania feroce, che però alla fine viene calmata (forse compresa!).
Gli effetti emotivi sono devastanti. Il commissario, con un sacco pieno di foto che svuota dappertutto nella stanza dell’interrogatorio, convince il malcapitato di quell’avamposto ai confini della vita, Onoff, uno scrittore in fuga nell’ultimo black-out della sua esistenza, che deve proprio sopportare quella sua pena. Ha fatto un cammino, com’è quello di tutti, di luci e di ombre, arrivando fino a lì (anche fosse solo dentro di sé), a un ponte fra la vita e la morte, scrivendo e raccontando, a volte usurpando la scrittura e la vita degli altri. Ora, consapevole, deve arrendersi all’epilogo, espiare con sofferenza, e non annichilirsi. Scontare il vissuto, il passato lasciato negli altri.
Questa regia, questa interpretazione sono davvero molto poetiche, con due attori carichi di emozioni nel ripercorrere le dinamiche esistenziali dei personaggi. Una rappresentazione emotiva della vita e della morte, e del passaggio ultimo per come intercorre, con ancora illusioni e speranze.
Come sempre l’abilità di Glauco Mauri attore (nel ruolo del commissario) è la naturalezza che ogni volta raggiunge nel ripercorrere i gesti suggeriti dal testo, nel trasferire alle parole, la semiotica del linguaggio, i simboli di una sempre attuale significazione della realtà, e per come viene vissuta quotidianamente nelle relazioni interpersonali. Eccellente anche Roberto Sturno nel suo ruolo da protagonista (Onoff). Bravi anche gli altri giovani attori (Giuseppe Nitti, Amedeo D’amico, Paolo Benvenuto Vezzoso, Marco Fiore).
Nella scena, molto suggestiva, è comunque l’acqua, con il suo rumore ripetitivo e ossessivo, a rimanere impressa, a differenza forse dello scorrere della vita (sua metafora) di cui non sempre noi ci accorgiamo.
Visto al Teatro Parioli di Roma ( 27 marzo - 13 aprile 2014)
Foto Glauco Mauri (attore e regista dello spettacolo)
Foto Roberto Sturno (nello spettacolo col ruolo di Onoff)
La locandina del film di Tornatore del 1994 con Depardieu
"Ricordare", colonna sonora del film composta da Morricone