Da subito un’immagine coinvolgente di una Napoli furiosa, come una Tanguera alle prese con la vita, che cammina a passi di Tango in una lotta intestina con il suo destino.
Uomini e donne si affollano davanti a noi, come usciti fuori da una fessura, portati dal vento, e già la musica trasporta voci e rimpianti, dolori e felicità, amori e morte.
Poi costruiscono e decostruiscono sul palcoscenico vecchie scene di quartieri e spaccati di vita fatti agli angoli delle strade, dentro i vicoli, fino in America, dove il tango continua a essere amore e morte anche fra gli immigrati lontani.
Tutti amanti del Tango, tutti ballerini appassionati dell’amore. Le scene sono bellissime, curatissime, gli attori sono stravolti, ogni passione si trasforma in musica sofferente e poi in allegria peccaminosa.
Ogni movimento ha un senso, è come una lezione di passi a cui tutti devono partecipare…è come quando muovi inconsapevolmente le mani a tempo senza riuscire a resistere, e allo stesso modo rivolgi a destra e a sinistra gli spostamenti repentini del capo.
Bisogna impostare le spalle, irrigidire gli sguardi sul proprio amante ballerino avversario. E poi fare impazzire i piedi che da soli si mescolano, improvvisando, fra le gambe avviluppanti dell’altro. Fuori controllo. Tutti insieme, come finalmente accomunati da uno stesso desiderio bollente: la vita.
Prorompenti le irruzioni improvvise di corpi e voci, ammalianti le lacrime che diventano luce negli occhi truccati. Tutto si mescola e rimescola in un cerchio invisibile, mentre il Tango mima ogni cosa.
La scena si stratifica di significati e citazioni eloquenti, modificando le dimensioni spaziali in piattaforme di legno che si aggiungono alle assi del palcoscenico per innalzare e nuovamente riportare a terra i movimenti fulminei. Sono geometrici, sono schemi a terra circolari, evoluzioni in aria come i voli di acrobati in un circo.
Tutto segue la logica matematica dei passi del Tango, con gli effetti visivi di una tragica danza. Sbalorditivamente tridimensionale. Ma il Tango non è soltanto Logica, e non è soltanto Passione…e allora i ritardi, i ripensamenti, in solitudine le pause le più tristi.
Davvero unica questa rappresentazione, e Giancarlo Sepe ha superato se stesso. Ha reso carnale un quadro poetico fatto di scorci e visioni. Napoli è proprio così, e così deve eruttare dentro di noi, rabbiosamente in musica, forzando per sempre la staticità che l’ha spenta. Bravissimi tutti in questo musical latino - napoletano, con un tema originale di Luis Bacalov.
di Chiara Merlo
video dello spettacoloTournée
Parma, Teatro Due, 26 - 28 novembre
Catanzaro, Politeama, 11 - 12 dicembre
Bari, Petruzzelli, 14 - 16 dicembre
Città della Pieve (Pg) 18 dicembre
Torino, Carignano, 30 dicembre - 6 gennaio
Palermo, Biondo, 12 - 23 gennaio
Napoli, Delle Palme, 26 - 30 gennaio