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Passato perduto

Passato perduto

(24 novembre 2010) Il bianco e nero è ovunque, rassicurante nel suo abbraccio di ombra e luce, espanso in pannelli, quadri, che macchiano le pareti o raccolto gelosamente in rotoli di pellicola, provini di un viaggio di guerra, di liberta' ma soprattutto di speranza.

Ed è reale, seppure artefatto concentrato di una realta'. Perché l'obiettivo è innocente, vuole raccontare, mostrare, fermare e dilatare il tempo affinché l'occhio e la coscienza possano seguire con il proprio passo, raggiungere.
Raggiungere e capire le battaglie, le vittorie, le parate, i vinti e i vincitori.
Innocenti sono anche gli sguardi che cattura. Occhi di animali, ancora inconsapevoli del mezzo immagine, delle conseguenze, e percio' sinceri.
Gli occhi che ci guardano dalle fotografie sono quelli di un secolo lontano, sedotto dal cambiamento, dagli ideali, coinvolto nell'impegno politico, nella difesa delle idee attraverso le ideologie.
Le rughe che scavano volti passati, d'altri tempi, stupiscono tanto sono estranee al nostro vissuto e raccontano le vite di uomini e donne impegnati a sopravvivere, e dignitosamente.

La comunicazione visiva è definitivamente cambiata dai tempi di Robert Capa, Gerda Taro e Chim, primi fotografi di guerra che hanno seguito dal proscenio delle trincee le grandi guerre dell'inizio del '900, compresa la guerra di Spagna.
I loro quaderni mostrano una passione per la fotografia come documento storico, ma soprattutto come raccolta estetica, lavoro d'arte. Sin dai primi diari, infatti, è indubbia la cura nella scelta dello scatto, della composizione del fotogramma e il tentativo di "leggere" un evento da diversi punti di vista, diversa luce.
E i provini di ogni pellicola sono raccolti in pagine in cui gli stessi autori hanno fatto un tentativo di revisione, montaggio, per garantire la completezza della storia raccontata.

La mostra "The Mexican Suitcase" raccoglie per la prima volta le immagini di una estesa collezione di negativi, materiale considerato perso dopo il '39, recuperati nel Dicembre del 2007. Tre scatole di rotoli di pellicola, attentamente conservati, custodivano un totale di 4,500 negativi da 35mm. Le foto raccontano la Guerra civile spagnola, combattuta fra il 36 e il 39 dai nazionalisti anti-marxisti ed i repubblicani, truppe governative e sostenitori della Repubblica spagnola. L'epilogo di questa guerra sara' la sconfitta della causa repubblicana e l'inizio della dittatura del generale nazionalista Francisco Franco.
Le immagini della mostra sono affiancate dalle riviste del periodo che per prime hanno pubblicato le foto originali e dai diari degli stessi fotografi che pur vivendo a Parigi, hanno lavorato in Spagna e pubblicato su riviste internazionali, gettando le fondamenta del moderno reportage di guerra. Tutti e tre moriranno su diversi campi di battaglia insieme ai soldati che hanno accompagnato al fronte.

"The Mexican Suitcase - Rediscovered Spanish Civil War negatives by Capa, Chim, and Taro" sara' in mostra all'International Center of Photography di New York fino al 9 di Gennaio 2011.


di Paola Merlo

24 novembre 2010
Articolo di
Paola
Rubrica:
Arte


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