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"Macadamia Nut Brittle" di Ricci/Forte al Pim di Milano

Dunque non rappresentazioni di situazioni artificiose da guardare con distacco, ma nitide e definite ansie contemporanee, vicine, se non proprio singolarmente quantomeno globalmente, alla frenesia e all’illusione onirica in cui tutti quotidianamente ci dimeniamo, prima di spogliarci e accomodarci con sollievo sui nostri familiari sofà.

Punto di forza di questa moderna komodìa néa, la vigorosa presa di coscienza delle purghe comunicative, che giornalmente ci vengono somministrate, come a esseri ospedalizzati sotto morfina. Si perde così la dimensione umana del contatto con l’altro, sostituita da miliardi di filtri eterei, ma che ben poco hanno di celeste.

Così Macadamia, Nut, Brittle e Wonderwoman divengono personificazioni e allo stesso tempo simulacri di ciò che vorremmo essere. Come cellule si uniscono a dar vita a uno spettacolo di burattini abilmente manovrato. All’ironia di un primo quasi-stadio villereccio segue, trasmutando tutto in sconforto, l’acido cruore che si erge a muro invalicabile, quasi a inibire ogni movimento. Chat, sms sgrammaticati, conversazioni telefoniche improbabili paralizzano irrimediabilmente la genuina sostanza dell’uomo. La dolcezza, la gentilezza, la consistenza e l’eroicità diventano solo gusti di un gelato e protagonisti di serie televisive d’altri tempi.

Teatro-sveglia. La presa di coscienza non è solo suggerita ma quasi indicata come scelta obbligata per uscire dalla trappola in cui i protagonisti sono ormai stati trasformati in porci lobotomizzata da una Circe seducente e invisibile, contro cui combattere è impossibile ma a cui sicuramente può e deve essere opposto almeno un briciolo di razionalità e, soprattutto, un’autentica affermazione di individualità sociale.

Pur nella superba esecuzione degli attori, variamente interpretabile, con qualche forzatura ermeneutica, risulta la chiusura carnascialesca, forse invito alla spensieratezza di cui il mondo è tanto carente.

di Giuseppe Piccolo


video spettacolo
13 maggio 2010
Articolo di
nostoi
Rubrica:
Teatro


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