Parla la satira, ma non ridiamo
Sopravvissuti comici e vignettisti paiono incattivirsi, ma fanno ridere sempre di meno.
Diventano sgradevoli, amari, troppo spesso di cattivo gusto.
Appesantiscono il loro tono forse per forzare l’abitudine all’indifferenza.
Forse per alleggerire contenuti troppo impegnativi o intellettuali? No, al contrario, per appesantire il senso delle questioni, quando fin troppo leggeri (ridicoli) appaiono i politici, attori protagonisti nella loro stessa mediocre e ridicola narrazione. Discutono di fronte a conduttori sempre più “affaticati” (a volte in cravatta e maniche di camicia), ma seduti comodi, faziosamente eleganti, in un atteggiamento a dir poco pressapochista, disgustosamente destinato solo al litigio. E allora...giù vignette, animazioni e cartoni animati, fiction politiche e sketch d’imitatori che simulano la deriva senza rischiare mai la congiura (è satira!), cercando così, solo con ironia, un flebile consenso da giornalisti, ma in un nascondimento, esattamente come fanno i giullari di corte quando ancora possono permettersi una battuta. Così, per questo stesso motivo, ritroviamo i "comici" nei comizi caustici delle piazze, a ribaltare la lotta politica dal basso, conquistando, seppure ancora in segno di minoranza, le ultime e ancora controverse elezioni di partito. E così Beppe Grillo, visibilmente ingrassato nonostante il dispendio di energie in urla e provocazioni, diventa la nuova icona della rivolta, soltanto “spalleggiata”, ma assai più grezzamente, dal politico Di Pietro. Purché sia “divertente”! Al contrario i “grillini” si mostrano emaciati e pallidi, portatori già spossati di ideali fin troppo ideali per non far star male di inadeguatezza chiunque (mentre l’opposizione ufficiale non riesce a farsi nemmeno più seria delle parole di D’Alema, costretta forse anch’essa a parlare alla pancia, ma sempre più gonfia degli italiani!). E così ognuno che sappia far ridere può farsi promotore sui generis di ogni controcultura, cioè non mettendoci la faccia, ma la maschera, ad ogni proposta collettiva che sembri di buon senso, o almeno ragionevole! Beppe Grillo ragionevole, un modo altrettanto divertente di dimostrargli la nostra più candida fiducia! Lo stesso Travaglio, da sempre acido nelle sue veritiere inchieste riguardanti i “fatti”, si è fatto ultimamente, con sorpresa, più...“satirico”, più retorico, a volte sbriciolando proprio con compiacimento quelle sue parole d'accusa a copertina di “anno zero”. Ma insieme a questi, altri deliranti personaggi del nostro tempo si tuffano davanti al microfono facendosi via via più sapienti, anche in occasioni terribili e di preoccupazione, a “rappresentare” in una facile battuta o in un epiteto fatto ad altri la compassione dei più, o anche giudizi per come sono diffusamente più condivisi. Manifestazione di Emergency per liberare i tre cooperatori umanitari: Paolini provoca quasi una rissa pur di sovrapporsi alla notizia, alla fine si mette davanti a tutti e dice: “Il Papa è un pedofilo”...viene strattonato, e così viene interrotto il “collegamento”. Ma è fin troppo tardi, un’intuizione perversa strappa quell’immagine alla memoria, che così scivola subdola ad appiccicarsi nella mente di chi scrive, perciò non solo di chi l’ascolta...è come fosse un’interruzione pubblicitaria, quasi avesse gli stessi meccanismi di fruizione. Adesso si che tutto si fa più chiaro. Fanno tutti così! Chi più chi meno. Maldestramente!!! Si “parano” davanti alle telecamere pur di “calamitare” in un commento sprovveduto i flussi di pensiero confusi e distorti che si agitano comuni intorno ai fatti, tutti mescolati nello stesso pentolone, ma polarizzati in fazioni, ideologie e mentalità forzatamente contrapposte. Immagine da conservare a testimoniare il potere televisivo all’instupidimento, progressivo quanto inconsapevole, dove l’apparire è come una malattia, e il deliro...è il pensiero che si stratifica mettendo radici in ognuno di noi. Come quando crediamo che i rumeni siano stupratori e gli omosessuali per la maggior parte dei pedofili! Personaggi sempre più vistosi e molesti, come violenti tifosi o impresentabili lottatori di sumo, alimentano l’immaginazione di ogni consumatore televisivo. Ma siamo noi che cerchiamo allo stesso modo quello stesso inganno?! Ridere disperatamente e sguaiatamente dell’impossibilità di cambiare le cose. Come fossimo un po’ troppo nervosi, e solo in questo senso nevroticamente ironici... Castigati dalla censura, pure fatta ad altri, diventiamo sempre più drastici e “grassi” nei nostri commenti, ma per non essere presi troppo sul serio nel mentre sprofondiamo nella disillusione. Certo è che la satira non ci fa davvero più ridere, e nemmeno offende chi dovrebbe mortificarsi! È solo una confezione, una intrigante copertina al mal costume che in ogni caso ci consola per divertimento. E intanto il “teatrino della politica” si anima di marionette, così che pulcinella ha deciso l’ “arte” di come sapientemente andare in scena...
di Chiara Merlo