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Cambiamenti climatici e Protocollo di Kyoto: tra speranza e rassegnazione

Cambiamenti climatici e Protocollo di Kyoto: tra speranza e rassegnazione
di Alessandro Omodeo

(21 settembre 2008) I problemi ambientali più rilevanti al giorno d’oggi sono rappresentati dal riscaldamento dell’atmosfera (detto effetto serra) e dai cambiamenti climatici. L’attività industriale basata su processi di combustione dei combustibili fossili ha prodotto negli ultimi 2 secoli un aumento senza precedenti delle emissioni di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera. Questo fenomeno è il principale responsabile del problema dell’eccessivo riscaldamento dell’atmosfera e dell’intensificarsi dei cambiamenti climatici

Infatti, circa un quarto dell’energia solare inviata verso la terra è riflessa nello spazio dallo strato di nubi e dalle particelle sospese nell’aria note come gas serra (tra cui CO2); un altro quarto viene assorbita dall’atmosfera, mentre la restante metà dell’energia solare arriva alla superficie terrestre. Se l’energia venisse interamente riflessa la vita sulla terra non sarebbe possibile a causa della temperatura eccessivamente bassa (-19˚); un effetto serra naturale permette, quindi, lo sviluppo della vita. Se invece la concentrazione di gas serra, in particolare di CO2, supera una certa soglia si ha una eccessiva radiazione dell’atmosfera che provoca una serie di effetti globali negativi alla vita sulla terra (dovuti principalmente all’aumento della temperature che comporta: innalzamento del livello del mare, cicloni, uragani, siccità, ecc.). La maggior parte degli studiosi ritiene che l’aumento dei gas serra ed il processo di assorbimento del carbonio da parte degli oceani non siano in grado di riequilibrare tale eccesso di concentrazione. L’opinione scientifica internazionale, soprattutto attraverso le analisi e le proiezioni dell’International Panel for Climate Change (gruppo intergovernativo indipendente), ha richiamato l’attenzione dei governi sulla necessità di affrontare a livello globale il problema della stabilizzazione della concentrazione di carbonio nell’atmosfera. La risoluzione dei problemi ambientali richiede l’impiego di risorse economiche ingenti e crescenti, mentre la prevenzione di nuovi problemi ambientali richiede una modifica sostanziale delle caratteristiche dei processi produttivi e di consumo, unito ad un particolare orientamento del progresso della tecnologia, ovviamente su vasta scala. Infatti la soluzione di tali problematiche ambientali globali dipende anche dalla capacità dei paesi di concludere accordi funzionali e stabili. Per i beni pubblici ambientali internazionali non esiste un’autorità internazionale che svolge la funzione di regolatore ambientale; tale figura va quindi creata tramite accordi internazionali. Sicuramente l’accordo più importante al giorno d’oggi per combattere i cambiamenti climatici e l’effetto serra è rappresentato dal Protocollo di Kyoto. Il Protocollo è un trattato internazionale che prevede l’obbligo in capo ai paesi industrializzati di operare una riduzione dei gas ad effetto serra, in una misura non inferiore al 5% rispetto alle emissioni registrate nel 1990, nel periodo 2008-2012. Il Protocollo però ha una grave falla, mancano tra i paesi firmatari dell’accordo le due nazioni che maggiormente inquinano al mondo: la Cina e gli Usa. Ciò rende quasi del tutto vani gli sforzi fin qui fatti dalle nazioni aderenti al Trattato. Il maggiore risultato ottenuto è stata la creazione di un mercato della CO2, attraverso un complicato processo di allocazione delle quote (una fase assai delicata da cui dipende l’effettiva efficacia del sistema) che prevede per ogni paese aderente una quantità di CO2, calcolata in base a parametri statistici sulle produzioni industriali del decennio precedente al Protocollo. Il meccanismo del mercato di CO2 è semplice, la nazione che ha interesse ad aumentare la propria produzione industriale deve limitare le emissioni inquinanti prodotte oppure deve comprare quote di CO2 da un altro paese che ne detiene in eccesso. Nei prossimi 3-4 anni capiremo se i paesi aderenti al Protocollo di Kyoto raggiungeranno i propri obbiettivi. Nel frattempo le elezioni americane potrebbero portare ad una svolta, se i Democratici vincessero e Obama decidesse di aderire al Protocollo, la probabilità di ottenere importanti risultati diverrebbe più concreta. Noi comuni cittadini restiamo in attesa di poter tornare a sperare in un futuro dove ecologia e politica vadano finalmente a braccetto, nell’interesse di tutti.

21 settembre 2008
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