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Tutti nati per risplendere. Invictus.

Tutti nati per risplendere. Invictus.
di Veronica Turiello

Io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima
(W.E.Henley)
(15 marzo 2010) Sono lacrime che apprezzerete e che probabilmente condividerete quelle che girano negli occhi chiari di Matt Damon, interprete di Francois Pienaar, capitano della squadra sudafricana di rugby, mentre misura con le braccia tese la minuscola cella che per quasi trenta anni ospitò Nelson Mandela nel carcere di Robben Island. La sedia scarna, il giaciglio duro come la pietra.
Il compendio della storia di due anime è tutto qui. Storia di due capitani


Invictus.Nelson Mandela, capitano del Sudafrica finalmente libero dall'apartheid e il capitano dei verdeoro, Francois Pienaar scriveranno la storia del popolo sudafricano unito sulle linee verticali di un campo da rugby, metafora sportiva dell percorso culturale di una identità.



Clint Eastwood si misura con uno dei più grandi personaggi della storia, il premio nobel per la pace, prigioniero dissidente e presidente indimenticato Mandela. L'uomo che ha cambiato le sorti del Sudafrica e ha creduto ad un sogno fino a realizzarlo rivive qui. Nella più bella citazione cinematografica di un'esistenza. E' lo straordinario Morgan Freeman a portare Mandela sullo schermo. E' suo il sorriso limpido eppure schivo di chi è consapevole della grandezza del proprio compito nella storia e al contempo vive questo peso con reverenziale intimità, come se fosse un intimo pensiero. Una cosa piccola. Come si vive quel piacere silenzioso e quasi schivo che sanno dare le piccole cose.



Il film si apre nel giorno della scarcerazione di Mandela, osannato da un popolo eppure solo, nella solitudine di quello che ne fa un uomo come tutti gli altri, col destino di un uomo come nessuno. La storia è quella della lotta contro la dissonanza identitaria di due gruppi etnici che sceglieranno alla fine di riconoscersi come un solo popolo sudafricano. La cessazione di un odio radicato e crudele si realizza fra le alte barriere della meta, lungo i vortici di un pallone ovale.



Tratto dal libro di John Carlin, Ama il tuo nemico. Nelson Mandela e il gioco che fece una nazione, Invictus riesce a dare un piccolo continuo dolore che sembra caricarvi per l'intera durata del film della fatica di un'anima sofferente verso la realizzazione del suo sogno. E' un percorso doppio, di chi ha già in mente un sogno e riesce a realizzarlo e di chi a quel sogno deve inizare a credere. Il presidente e il capitano.



La storia non lesina su momenti di ilarità opportunamente distribuiti nel silenzioso eppure costante senso di condivisione inizialmente costrittiva dell'identità da parte di bianchi e neri: è esemplare la convivenza forzata delle due squadre di guardie del corpo del presidente, neri e bianchi, stipate in sovrannumero in un miuscolo ufficio. Sinonimo della chiusura e ristrettezza mentale verso la convivenza. La presenza delle parole, veicolo unico di forza e resistenza alle oppressioni diventa simbolo forte e performante.



E' come una pioggia di sassi quando si fa lettera: quella che madiba Mandela invia a Francois. In essa, le parole del poema di Henley, Invictus che Mandela ripete fra se' durante i 27 anni di detenzione. Ora diventa la motivazione a vincere di Francois. Sono un colpo al cuore, le parole, quando si fanno canzone nell'inno del Sudafrica che lo stadio intero intona nella fatidica finale della Coppa del Mondo di Rugby del 1995 che gli Springboks sudafricani di Pienaar vinsero contro i mostri sacri della Nuova Zelanda.



Tutto il percorso di adesione all'idea di popolo unito da parte dei sudafricani è accompagnato dal commento costante dei giornali e della tv del paese, cassa di risonanza delle azioni, in campo e sul campo sociale che Pienaar e Mandela realizzano insieme. Forse il più importante gioco di squadra mai attuato che fa di nelson Mandela il più grande presidente sudafricano e uno dei più importanti difensori della libertà e di Francois Piennar il primo tifoso della sua squadra e del suo paese unificato. La forza di un ideale comune che non dimentica le debolezze dei due uomini e che usa il corpo come segno di dolore superabile, nel malore del presidente o nelle ferite di Francois.



Un dolore sopportabile, se il premio è un paese unito. Sulle musiche originali di Clint Eastwood che omaggia O'Sole mio nel motivo musicale portante del film, Invictus vi ruberà un posto nell'anima. Invictus è la storia di un uomo che ha cambiato il mondo. Che ha creduto ad un sogno e ha insegnato agli altri come sognarlo.


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