Chitarrista mancino della Georgia, dapprima leader dei Pinetoppers (band che lanciò Otis Redding), la carriera di Johnny Jenkins non è stata delle più brillanti. Morto nel 2006, all'età di 67 anni, ci ha lasciato un solo album di rilevo: Ton-Ton Macoute, per l'appunto. Undici tracce di cover che si aprono con I Walk On Gilded Splinters di Dr. John (che narra di un rito di vendetta creolo) e passano per Rollin' Stones di Muddy Waters, Down Along the Cove di Bob Dylan e per chiudersi con lo slow My Love Will Never Die di Otis Rush.
Se diffidate dei nomi sconosciuti, basterà dire che l'album è stato co-prodotto da Duane Allman (leggendario chitarrista degli Allman Brothers) e annovera nella backing band nomi d'eccezione tra i quali lo stesso Duane Allman (alla slide), Berry Oakley, Butch Trucks e Jaimoe (rispettivamente basso, batteria e percussioni degli Allman Brothers).
I pezzi di Ton-Ton Macoute! suonano compatti e con un sound impeccabile. La sessione ritmica lavora alla grande dando spesso e volentieri qualche accento etnico. Sempre per non dimenticare, fin dal titolo dell'album che fa riferimento all''uomo nero' della tradizione haitiana, quali sono le radici mistiche del blues.
Qualcuno ha scritto che Hendrix fece tesoro della tecnica chitarristica di . Non è difficile crederlo ascoltando la quarta traccia di quest'album, che tanto ricorda la Catfish Blues nella versione acustica di Hendrix.