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TUXEDOMOON - Live@Villa Ada Roma 2 luglio 08

TUXEDOMOON - Live@Villa Ada Roma 2 luglio 08
di Dario Ameruso

(20 luglio 2008) I Tuxedomoon, formazione storica statunitense originaria di San Francisco e trasferitasi oramai da tempo in Europa, rappresenta da sempre la costruzione di una musica libera e d’avanguardia, con riferimenti alla musica colta, al free-jazz , ma nonostante le mille sfumature, sempre ben ancorata nel solco della New Wave
Adesso festeggiano il trentesimo anniversario della loro carriera (iniziata nel '77) incidendo un nuovo disco “Vapour Trails” (il tredicesimo), proponendo rarità varie e un DVD. Naturalmente sono in giro a festeggiare insieme al loro pubblico, con uno spettacolo che ripercorre un po’ la storia della loro musica che in realtà ha avuto nel tempo fortune alterne.
Il tempo passa e molte cose che una volta forse sembravano ardite, oggi sembrano forse più regolari, ma mai poco originali.

I Tuxedo infatti, nonostante gli anni, costruiscono e cesellano, con la consueta bravura, sonorità labirintiche, decadenti, glaciali, piene di suspence e mistero.
Dal vivo offrono uno spettacolo da gustare con attenzione (come ci era già dato modo di fare durante il Festival Invasioni di Cosenza), grazie a musicisti di qualità, come Steven Brown (voce, tastiere, piano, sax e clarinetto) multistrumentista che riesce a caricare pianoforte e fiati di una costante liricità; Blaine Reininger (voce, violino, chitarra, tastiere) stratega del violino e creatore di molta architettura sonora, qualcosa di molto vicino alla musica da camera (vedi Litebulb Overkill); Peter Principle (basso e programming) anima imprescindibile del gruppo, bassista potente e legnoso, costruttore di tutta la struttura, compresa la base elettronica, su cui poi andranno a posarsi tutte le altre note, comprese quelle raffinate e improvvisate di Luc Van Lieshout (tromba), ispirato insieme a Brown da un certo free-jazz.

Coadiuvati dalle proiezioni di Bruce Geduldig che fanno da sfondo alla loro esibizione, ci regalano una serata suggestiva con pezzi che spaziano da Half-mute e Desire fino all’ultima fatica discografica che dà l'impressione di aggrovigliarsi tra mille tendenze musicali e in cui sembra che la voce (poco interessante, nonostante l’ironia) e la chitarra di Reininger abbia un peso maggiore.

Il pubblico gradisce e i Tuxedo sembrano trovarsi a loro agio nella serata romana (e in Italia dove vengono spesso), regalando bis e improvvisando, in un continuo fraseggio di fiati, sui più classici pezzi da repertorio.
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