TUXEDOMOON - Live@Villa Ada Roma 2 luglio 08
di
Dario Ameruso
Adesso festeggiano il trentesimo anniversario della loro carriera (iniziata nel '77) incidendo un nuovo disco “Vapour Trails” (il tredicesimo), proponendo rarità varie e un DVD. Naturalmente sono in giro a festeggiare insieme al loro pubblico, con uno spettacolo che ripercorre un po’ la storia della loro musica che in realtà ha avuto nel tempo fortune alterne.
Il tempo passa e molte cose che una volta forse sembravano ardite, oggi sembrano forse più regolari, ma mai poco originali.
I Tuxedo infatti, nonostante gli anni, costruiscono e cesellano, con la consueta bravura, sonorità labirintiche, decadenti, glaciali, piene di suspence e mistero.
Dal vivo offrono uno spettacolo da gustare con attenzione (come ci era già dato modo di fare durante il Festival Invasioni di Cosenza), grazie a musicisti di qualità, come Steven Brown (voce, tastiere, piano, sax e clarinetto) multistrumentista che riesce a caricare pianoforte e fiati di una costante liricità; Blaine Reininger (voce, violino, chitarra, tastiere) stratega del violino e creatore di molta architettura sonora, qualcosa di molto vicino alla musica da camera (vedi Litebulb Overkill); Peter Principle (basso e programming) anima imprescindibile del gruppo, bassista potente e legnoso, costruttore di tutta la struttura, compresa la base elettronica, su cui poi andranno a posarsi tutte le altre note, comprese quelle raffinate e improvvisate di Luc Van Lieshout (tromba), ispirato insieme a Brown da un certo free-jazz.
Coadiuvati dalle proiezioni di Bruce Geduldig che fanno da sfondo alla loro esibizione, ci regalano una serata suggestiva con pezzi che spaziano da Half-mute e Desire fino all’ultima fatica discografica che dà l'impressione di aggrovigliarsi tra mille tendenze musicali e in cui sembra che la voce (poco interessante, nonostante l’ironia) e la chitarra di Reininger abbia un peso maggiore.
Il pubblico gradisce e i Tuxedo sembrano trovarsi a loro agio nella serata romana (e in Italia dove vengono spesso), regalando bis e improvvisando, in un continuo fraseggio di fiati, sui più classici pezzi da repertorio.